Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA

martedì 23 febbraio 2010

ALLEN IVERSON LASCIA I 76ERS ?

Sembrava aver trovato finalmente una nuova stabilità, un nuovo equilibrio, era tornato nella sua vera casa, nella sua arena, e lo ha fatto per restarci, per ritrovare il suo gioco, il suo spirito guerriero, la sua voglia di dare spettacolo e la sua fame di vittoria.
Le lacrime al rientro, le dichiarazioni d'amore e l'accoglienza che il Wachovia Center può riservare solo a lui per quello che ha dato ai tifosi e all'NBA in generale.

Sembravano tutti risolti i problemi che lo stavano portando ad abbandonare, a chiudere una grande carriera non nel modo che voleva lui, da titolare che non si arrende mai e che continua a sfornare giocate mozzafiato per allietare il pubblico, ma soprattutto per condurlo a canestro anche quando sembra impossibile vuoi per una difesa chiusa a riccio vuoi per il fisico che paia non essere adatto a subire i contatti.

Ma le tribolazioni che accompagnano Allen Iverson non lo vogliono abbandonare, ed ora più che mai mentre si sta ricostruendo un' identità di gioco (che lo riporta ad essere importante per la propria squadra) ritornano a farsi sentire, mai stanche di staccarsi da questo campione.
La malattia della figlia di quattro anni (Messiah) finora non la si considerava grave e il fatto che Iverson si fosse diretto a casa saltando alcune partite è stato giustamente letto come un atteggiamento paterno per essere utile alla famiglia in qualsiasi caso di necessità, ma nulla di più. Invece anche se A.I non vuole dire la natura della malattia della bambina, si è intuito che il problema è più grave di quello che si era pensato e Allen ha chiesto ed avuto il permesso di assentarsi nuovamente per altri giorni per poter continuare a stare vicino alla famiglia.

Non è assolutamente ancora niente di ufficiale ma la dirigenza dei Sixers sta pensando seriamente di sciogliere il contratto con il giocatore, non per mancanza di rispetto verso la vicenda ma per il fatto che se la situazione continuasse così non sarebbe utile alla società un giocatore in rosa che non può aiutare la squadra sul parquet e che comunque lascerebbe alla play-guard tutto il tempo per non allontanarsi dalla figlia.

Per ora tutto è in stallo, ci sia augura che la faccenda si risolva per il meglio e che la stella originaria di Hampton non debba mettere la parola fine alla sua "rinascita" chiudendo qui la sua avventura.
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