Il titolo chiaramente si riferisce ai Phoenix Suns.
Ad Est avevamo già parlato dell'inizio straripante degli Atlanta Hawks e dunque era doveroso ed allo stesso tempo interessante analizzare l'avvio strepitoso degli uomini di Alvin Gentry ad Ovest.
Pensare a dei risultati così soddisfacenti nel primo mese di campionato era pronosticare qualcosa di utopico per una franchigia che si stava rivoluzionando e probabilmente ancora cercava una dimensione. Andato via Shaq, i Suns avevano perso il loro dominatore d'area e puntare su Frye come suo sostituto era stata considerata una mossa quantomeno azzardata, per certi versi deficitaria, come rifirmare con un biennale da ben $20 milioni, uno Steve Nash ormai 35enne.
Eppure ogni mossa decisa dallo staff dei Suns ha incanalato la via sperata e Phoenix si ritrova dopo un mese di NBA con un record di vittorie che fa invidia praticamente a tutte le altre franchigia ed è leader della conference assieme ai campioni attuali, i Lakers.
11 vittorie e 3 sconfitte è il bilancio di ora, frutto di una serie di fattori che andiamo ad analizzare:
1. Non rifirmare Nash alla sua veneranda età e sostituirlo cercando di intavolare una trade interessante per una squadra in ricostruzione come i Suns poteva essere un'ottima base su cui ripartire, ma la dirigenza ha scelto di prorogare il rapporto col canadese e ne ha pienamente ricavato i frutto. Steve gioca come se avesse 10 anni in meno, il suo corpo regge ancora bene i frenetici ritmi di gioco imposti dal coach ed è sempre quel fenomenale passatore che in passato abbiamo imparato ad ammirare smistando la bellezza di 11.6 assist di media (primo nella lega in questa statistica) ed infila anche 17 punti di media a partita.
2. La scommessa Channing Frye. Vedere giocare Channing centro titolare ai Suns quando il giocatore doveva ancora dimostrare tutto, è stato un azzardo soprattutto quando bisogna prendere il posto di uno Shaq che seppur in declino è sempre Shaquille O'Neal. Eppure Frye è entrato da subito alla perfezione negli schemi e nel tipo di gioco run & gun dei Phoenix dimostrando di essere un eccellente tiratore da oltre l'arco ed un versatilissimo giocatore, non può certo placare gli uomini d'area avversari, ma tale compito verrà smistato a Stoudemire soprattutto.
3. La panchina, principalmente nel settore guardie, era chiamata a garantire maggiori sicurezze almeno per far rifiatare Nash e Dragic, Barbosa ed anche Dudley stanno facendo il loro onesto lavoro dando alla squadra un contributo importante in termini di punti e pericolosità a tiro anche quando i titolari sono a riposare, fattore che l'anno passato soprattutto riguardo Dragic e Dudley, era mancato.
4. Anche la titubanza sulle reali condizioni di Stoudemire, di ritorno da un infortunio grave alla retina dell'occhio poteva rappresentare una grande incognita da dover decifrare, i Suns sono stati anche vicino a cederlo, anch'essi dubbiosi sul ritorno ai livelli alti della loro stella eppure alla fine l'anno tenuto ed hanno avuto ragione anche qui, Amar'e gioca bene si trova alla perfezione con Nash e garantisce quella pericolosità sotto i tabelloni che altrimenti a Phoenix mancherebbe. La sua presenza a rimbalzo è fondamentale per la squadra e anche soprattutto nella difesa di lunghi maggiormente fisici.
Ovviamente il ritmo ed i risultati del team difficilmente saranno mantenuti su questo livello, quasi certamente andranno scemando perchè comunque Phoenix ha un tasso d'età troppo elevato per mantenere bene il campo con costanza nel lungo periodo, soprattutto verso metà-fine campionato il team abbasserà i ritmi e qui sarà fondamentale far riposare i giocatori se li si vuole freschi per una eventuale post season con conseguente minor numero di vittorie all'attivo.
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