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lunedì 28 settembre 2009

ANALISI DELLE SQUADRE NBA 2009 : DETROIT PISTONS



Per la nostra rubrica di analisi delle squadre oggi facciamo tappa a Detroit per analizzare i Detroit Pistons.

La squadra rispetto all'anno scorso ha cambiato molto nel roster ridefinendo ruoli e tattiche che sostanzialmente prevedevano un attacco ancorato ogni azione a schemi ragionati a metà campo e quasi mai giochi veloci fatti di contropiede e tiri nei primi secondi dell'azione, ora però il neo coach John Kuester ricostruirà gli schemi della franchigia adattandoli al nuovo gruppo di giocatori a sua disposizione sfruttando entrambi i tipi di gioco quello veloce e quello ragionato.

Sostanzialmente i Pistons hanno scelto di ricostruire attraverso giocatori giovani ma che si sono già dimostrati ottimi giocatori NBA, e che quest'anno con la franchigia del Michigan sono attesi alla conferma o all'esplosione. Ben Gordon è stato senza alcun dubbio l'acquisto di spicco di Joe Dumars, che è andato a firmare un giocatore capace di segnare 20 punti di media e risolvere una partita quando è in serata partendo dalla panchina, una bocca da fuoco carica e pronta a colpire gli avversari sfruttando penetrazioni e tiro dalla distanza. Tutto ciò può trasformarlo nel primo realizzatore di squadra, ma solo se mantiene continuo il suo rendimento e non incostante come è accaduto sinora all'ex Bulls.

Altro colpo di spicco di Detroit è l'acquisizione dell'ala Charlie Villanueva, buon rimbalzista e perfezionato come tiratore, giocatore che permetterà a Kuester di variare molto gli schemi di gioco perchè è un lungo mobile e capace di giocare sia dentro che fuori dal pitturato, magari dando anche la possibilità di allargare molto il gioco favorendo le penetrazioni quando Charlie porterà il suo marcatore fuori dall'area dei tre secondi.

Dal punto di vista tattico la squadra quest'anno potrebbe variare notevolmente il suo stile di gioco mutando l'assetto che lo ha contraddistinto da anni, infatti la non presenza di un centro puro sotto i tabelloni (a parte Kwane Brown), e di nessun giocatore che superi i 7 piedi di altezza, porterà ad un riadattamento del tipo di gioco espresso dalla franchigia. Kuester però potrà lo stesso usufruire di un quintetto alto che sfrutti i mis match grazie all'adattabilità di Villanueva di spostarsi nello spot di ala piccola con Austin Daye a giocare ala grande. La funzionalità del rookie sarà anche quella di permettere di mantenere un solo centro in area perchè può allargarsi e provare anche conclusioni da fuori. La squadra comunque è abbastanza ben attrezzata per giocare varie situazioni tattiche perchè ha dalla sua un altro giocare molto duttile come Prince che all'occorenza può spostarsi anch'esso nello spot di ala grande e dare così la possibilità a Kuester di mettere in campo un quintetto veloce con un centro mobile come Maxiell e provare a spingere sull'acceleratore aumentando il ritmo per evitare che le difese si schierino.

Delle buone soluzioni tattiche saranno quelle di utilizzare le capacità dei tiratori attraverso una perfetta circolazione della palla, che deve viaggiare velocemente, e con l'ausilio di buoni blocchi che portino a tiri comodi. Un'altra soluzione potrà essere quella di dare palla sui tagli dei lunghi che garantiranno molti punti se serviti in movimento potendo sfruttare la loro rapidità contro avversari più lenti che faticano a tenerli sui cambi difensivi e sulle rotazioni.

I problemi nascono su due punti fondamentali concatenati: a rimbalzo, e sugli accoppiamenti dei lunghi in difesa. La squadra poi non ha un vero ricambio dell'ala piccola e quando uscirà Prince probabilmente vedremo una soluzione tattica diversa in campo, a meno che uno dei tanti rookie non dimostri di saper fin da subito aiutare la squadra. A rimbalzo Detroit pagherà non tanto i centimetri (compensati in alcuni casi con un atletismo mostruoso, vedi Maxiell) ma più di tutto la difficoltà di tagliare fuori giocatori più dominanti fisicamente; a rimbalzo però si potrà cercare di sopperire a queste mancanze proprio giocando con un lungo esterno che porti via un avversario dall'area e che quindi favorisca i rimbalzi dei piccoli; poi è stato ripreso Ben Wallace proprio per compiti prettamente difensivi, ma con il declino fisico non potrà reggere molti minuti in campo e si spera quindi in una buona stagione di Chris Wilcox che magari riesca a rendere anche maggiormente pericoloso il gioco dei lunghi a difesa schierata.

Nella voce playmaker il futuro radioso Detroit lo ha costruito in casa con due giocatori talentuosi e con tanta voglia di dimostrare il loro valore. Rodney Stuckey e Will Bynum hanno ampi margini di crescita e si completano molto bene perchè hanno caratteristiche diverse (Bynum più da penetra ed eventualmente scarica, e più da gioco veloce, Stuckey più ragionatore e tiratore ma comunque lo stesso buon penetratore) e quindi possono dare alla manovra diverse soluzioni e di conseguenza fantasia ed imprevidibilità all'attacco. Rodney è anche un ottimo difensore.

Come giocatore di rilievo c'è poi il sempre ottimo Rip Hamilton che il suo lo dà sempre garantendo massima concentrazione, costanza, dedizione e serietà nell'arco di tutta la stagione.
Comunque il roster ha ancora uno spazio libero e quindi si potrà firmare uno specialista.

Previsione: Lotta per un posto nei playoff
Quintetto ideale: Rodney Stuckey; Richard Hamilton; Tayshaun Prince; Charlie Villanueva; Kwane Brown
Sesto uomo: Ben Gordon
Panchinari di spicco: Jason Maxiell; Will Bynum; Ben Wallace
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2 commenti:

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