Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA

venerdì 18 giugno 2010

I LOS ANGELES LAKERS SONO I CAMPIONI NBA 2009/2010 PARTE 2

E' stata una finale esaltante, ricca di suspence, con le due squadre tanto smaniose di vincere, da difendere con una aggressività costante durante tutto il corso del match. 
E' stata una di quelle partite dove testa e e volontà sono state le padrone, con Los Angeles che per gran parte dell'incontro ha dovuto inseguire i suoi avversari, ostacolata se non altro da una marcatura perfetta ed asfissiante su un Kobe Bryant in vena di forzature.

                                                                   (Foto NBA.com)

Il 24 gialloviola ha bensì dato il suo contributo alla gara ma spesso e volentieri si è prodigato in tiri inguardabili dovendo far fronte ad una difesa che non gli concedeva spazi, spesso neanche la giusta visuale per scaricare. Difatti anche se la difesa bostoniana sembrasse triplicare su di lui, non si perdeva mai la giusta spaziatura per tornare sul proprio uomo, con movimenti eccellenti volti a bloccare contemporaneamente il marcato e le linee di passaggio. 
Il "Black Mamba" nel suo tentativo di caricarsi la squadra nei momenti difficili, spesso e volentieri si è impellagato in giocate dal coefficiente di riuscita prossimo allo zero, ma comunque è riuscito grazie alle sue doti di penetratore, a trovare molti falli per finire in lunetta. Poi la sua assoluta concentrazione difensiva è stata inequivocabile soprattutto quando si trattava di andare a strappare i rimbalzi in mezzo all'area con veemenza e cattiveria.

Fino agli ultimi sgoccioli la disputa non voleva decidersi, con una serie di tiri da tre importanti che si susseguivano a ruota e che riequilibravano la gara senza che uno potesse "scappare". Le percentuali di entrambi i team sono state orribili, frutto dell'atteggiamento di oppressione difensiva in campo (il 57-53 a fine terzo quarto dice molto), ma negli ultimi minuti non si sbagliava. Come un in una partita di ping pong, ad un colpo si rispondeva prontamente ad un altro, ad un tiro da tre importante di una, scattava la pronta reazione dell'altra sul lato opposto con la freddezza di infilare una bomba a sua volta.

Fondamentale per i Lakers è stato l'ottimo contributo di Odom, che quando Fisher è dovuto uscire per un sospetto problema alla gamba destra (dopo averla poggiata male in un recupero difensivo), ha coperto il ruolo di vero play in campo, gestendo i palloni all'inizio dell'azione e partendo lui come primo vertice del triangolo. Ottimi anche Ron Artest e Pau Gasol, il primo impegnato come sempre nella sua personale lotta a sbarrare ogni cosa che gli passasse vicino, il secondo in grado di dominare nel pitturato avversario per gran parte della gara, soprattutto acciuffando rimbalzi offensivi decisivi.

I Lakers (come accennato nel post precedente) sono usciti vincitori da questa battaglia, e appena scaduto il tempo regolamentare lo Staples Center è potuto esplodere in un tifo inumano, godendosi poi premiazione ed interviste.

Ma ovviamente grande riconoscimento va  a quelli di Boston che veramente hanno confezionato una gran gara, meritandosi allo stesso modo dei californiani di portare a casa il trofeo, non dimostrandosi inferiori in nulla, ed anzi rappresentano la giusta partner dei losangelini quando si vuol dar vita ad un incontro acceso ed equilibratissimo.

Anche le dichiarazioni a fine gara di alcuni sono da commentare, dalla scherzosa risposta di Bryant su cosa significasse per lui questa vittoria, alle dichiarazioni di coach Phil Jackson, fino a quelle trapelate di Rasheed Wallace. Kobe alla sua domanda si è lasciato andare ad una battuta simpatica ma allo stesso tempo maliziosa: "(Significa, ndr) Solo che ora ne ho vinto uno in più di Shaq", mentre Phil Jackson è stato leggermente più serio ed accanto all'emozione della vittoria ha parlato del suo futuro in risposta ad una domanda incalzante del giornalista: "La vittoria aumenta le possibilità (di rimanere, ndr)". Chissà che veramente Coach Zen non resti per cercare di compiere nuovamente l'impresa del three peat, dopo quelle già compiute nella sua incredile carriera da allenatore.

A fine gara poi dagli spogliatoi dei Celtics è trapelata la notizia che l'ottimo Sheed di questa gara finale, che ha giocato centro titolare in sostituzione dell'infortunato Perkins (quest'ultimo che dalla panchina si mangiava le mani per non poter scendere in campo), potrebbe aver giocato la sua ultima partita in carriera.
Difatti sembra che il giocatore abbia pensato a questa eventualità, che però rimane tale, in attesa di risposte sicure al riguardo.

Ma se per Wallace la decisione sarà presa con calma e riflessione ponderandola già da questo primo mattino, per coach Jackson tutto è rimandato perchè questi giorni saranno dedicati semplicemente a festeggiare il suo personalissimo 11esimo titolo in carriera, l'ennesimo vinto grazie alla sua bravura nel capire le situazioni e reagire conseguenzialmente. 
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