Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA

martedì 8 giugno 2010

ANALISI DI GARA 3 DELLA FINALE NBA

"Welcome to the Jungle". No, non stiamo decantando una delle più famose canzoni dei Guns N' Roses, bensì stiamo solo riportando le affermazioni di Kevin Garnett, prima di gara 3.
Frase che allude al fatto che ora la serie si trasferisce al TD Garden di Boston.

E' questa la giungla? (foto a lato)

Ci vuole poco a capire che i momenti stanno divenendo sempre più delicati e che l'atmosfera che aleggia è sempre più tesa. 
"Lo staff ci ha detto che questa potrebbe essere l'ultima volta che giochiamo qui. Penso che ci ha svegliato tutti (con queste parole,ndr)." ha detto Bynum.
Parole che fanno riflettere.

Si perchè ora i Celtics hanno ben tre gare consecutive in casa ed espugnare il forte è compito arduo per chiunque, persino per un'armata come Los Angeles. Per questo i favori del pronostico ora si sono ribaltati, per questo Paul Pierce, stando ad alcune voci, sembra aver affermato che non torneranno più a Los Angeles.

Eppure, tutto non è così scontato come si vuole far credere ed anche a Boston lo sanno.
Come lo sa il leggendario Larry Bird, notoriamente tifoso bostoniano, che nel fare previsioni si sbilancia ma non troppo: "In finale vince chi difende meglio e chi sa gestire i finali tirati, nelle gare punto a punto la difesa è fondamentale. Dove sta il mio cuore si sa, sarò sempre un Celtics e dico che vinceranno loro, anche se i Lakers hanno Bryant che può fare sempre la differenza".

Ma Kobe non può essere e non è, l'unica preoccupazione per Doc Rivers.
Le ragioni per non cadere nell'errore di credersi già con il 18esimo titolo in mano, sono molte, cominciando dalla difficoltà evidente dei Celtics di fermare Bynum nel pitturato, nel caso in cui ci si voglia concentrare su Gasol oppure fermare il catalano quando le difese fanno attenzione su entrambi e non possono raddoppiare su Pau. Ma questo è solo uno dei tanti problemi. 
Nel Massachussets sanno fin troppo bene che la stratosferica prestazione di Ray Allen è destinata a restare una partita isolata, impensabile che possa ripetere l'impresa di infilare 8/10 da tre, come sanno anche, che non tutte le sere Rajon Rondo può sfoderare una tripla doppia. 

Quindi, se come sembra, Gasol e Artest continueranno a fare il loro lavoro su Garnett e Pierce, difficile chiedere ancora il miracolo. Quindi molto dipenderà dai due appena citati, perchè altrimenti il pallino ritorna in mano ai giallo-viola.

Ovvio anche Los Angeles ha i suoi problemi, che prescindono da quello enorme delle tre trasferte.
Se Bryant si permette il lusso di qualche fallo di troppo la gara è praticamente già chiusa perchè Artest sarebbe costretto a scalare su Rondo, lasciando Odom a Pierce con le complicazioni che ciò implica e cioè solo due lunghi, Gasol e Bynum, a combattere per tutto il tempo sul parquet. Per questo è importante che qualcuno delle seconde linee dei californiani si svegli e divenga l'arma aggiunta della squadra, come Tony Allen e Glen Davis (ma anche Nate Robinson), lo sono per i bostoniani.
Altra complicazione viene da Ron Ron che in difesa è sempre ottimo, ma in attacco è continuamente in affanno e fuori ritmo, incapace di punire da oltre l'arco la difesa avversaria, rendendo vani gli scarichi dei compagni.

Vincerà chi meglio saprà coprire queste "lacune", o meglio chi più sarà in grado di colmarle. Non resta che attendere stanotte per vedere chi sarà più vicino tra Boston e Los Angeles ad essere la "Paradise City" della NBA. E questa volta l'allusione ai Guns N' Roses è voluta...  
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