Baron Davis in cabina di regia con il promettente rookie Bledsoe a coprirgli le spalle e la versatilità di Foye come ulteriore ricambio del play, Eric Gordon come guardia con Foye dietro, Blake Griffin ala grande e Chris Kaman centro. Non ci vuole molto a capire che manca qualcosa in quest'ottimo quadretto, un tassello per finire il puzzle, ovvero l'ala piccola.
I cugini dei Lakers avevano preparato tutto dettagliatamente per l'arrivo di LeBron James, costruendo una squadra di tutto rispetto che potesse aiutarlo a raggiungere il titolo. Non solo il team come attrazione, ma anche la piazza, Los Angeles, e il sogno di cercare di scalzare Bryant come simbolo della California dei tempi moderni od almeno poter battagliare con lui per più di 2 volte in 82 gare di regular season.
Ma James non è arrivato ed in quel di L.A. sponda Clippers, il ruolo di ala piccola è rimasto un'incognita. I Clippers si sono prevenuti puntando sul giovane ma promettentissimo Al-Farouq Aminu, pick numero 8 del draft di quest'anno, contando anche che Rasual Butler è free agent seppur con restrizione.
Certamente, per essere preso con l'ottava chiamata può voler dire tremendo giocatore, ma in ottica futura e per questo che il mancato arrivo di The King, ha ridimensionato di molto le ambizioni dei Clippers.
Non più sogni di gloria nel breve termine, ma nel lungo, con una squadra giovane ed un play esperto a guidarli.
Ma forse non è quello che lo staff vuole, perchè il team sembra alla ricerca di un'ala piccola che li possa far fare il salto di qualità che gli serve. Ed ecco il via alle voci che inevitabilmente si susseguono quando una franchigia sonda il mercato dei giocatori. La dirigenza punta forte su Iguodala e sta cercando di intavolare una trade per averlo. Alternativa di lusso che però sta allontanandosi, è l'idea Tracy McGrady, ora più vicino ai Bulls.
Anche dovessero arrivare uno dei due colpi, la squadra non è ancora pronta per i traguardi importanti, perchè i suoi giovani devono crescere e perchè il reparto lunghi è ancora un pò spoglio in panchina, dove DeAndre Jordan e all'evenienza Craig Smith, non possono garantire (non ancora) estrema affidabilità, seppur promettenti.
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