Non è il giocatore più talentuoso, non è il difensore più forte, non è quello che segna a valanga o quello che ti fa 10 assist a partita, e non è neanche un animale d'area pronto a scorazzare nel pitturato. Ma lui è un vincente. E' uno di quei pochissimi giocatori che puoi considerare come vere e proprie armi da playoff, uno di quelli a cui puoi affidarti nei finali, a prescindere se hanno sbagliato molti tiri nel corso della gara.
Fisher è come Robert Horry, come James Posey, uno di quei giocatori che nella post season ritrovano l'essenza di quello che sono, che si riscoprono delle mine vaganti pronte ad esplodere come trappole piazzate appositamente per distruggere tutto il buono fatto dagli altri.
Stanotte è stata un'altra prova che arricchisce l'ormai stracolmo bottino di tiri importanti presi ed infilati, e che zittisce tutti coloro che ad inizio stagione lo consideravano ormai finito e pronto a sparare solo poche cartucce o colpi a salve.
L'importanza di questo play non è quella di trovare l'angolo giusto del passaggio, ma sta nella sua capacità di essere sempre pronto e di essere sempre cinico e decisivo.
Stanotte la sua tripla è stata fondamentale per dare lo sprint a Los Angeles nei secondi conclusivi del match, perchè senza quel tiro infilato per il sorpasso, i losangelini non avrebbero avuto neanche la metà della speranza di portare a casa il match, mettendo al 99% la parola fine ad una bella serie (per come le due formazioni la stanno interpretando).
Non è la prima volta e non sarà l'ultima che la freddezza di D-Fish accompagna l'obiettivo di un risultato importante verso il suo compimento. Non sarà mai stato un fenomeno, ma di sicuro in una squadra così forte come i Lakers, lui è uno degli elementi fondamentali.
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