Partenza impeccabile, zero nella voce sconfitte, bel gioco offerto, è questo quello che stanno attraversando due realtà non troppo pompate dai media (almeno sulla carta giustamente), che rispondono ai nomi di New Orleans Hornets ed Atlanta Hawks.
Due squadre che qualche punto in comune ce l'hanno: da anni sono attese al grande salto, per poi scemare ai playoff, forti giovani nel roster, centri bravi ma sottodimensionati ed una stella per roster. Ma forse la strada che più li accomuna è stata quella meno posta sotto i riflettori ovvero la scelta di cambiare la guida della squadra, il loro allenatore. Una scelta che al momento le ha portate a conoscere solo la vittoria in questo avvio di campionato.
Atlanta in questo momento è a 6 vittorie su 6 gare e questo è prova di una discreta continuità, seppur le varie Detroit, Philadelphia, Minnesota, non sono ancora un banco di prova significativo. Significativo però, è il fatto che sono riusciti a calarsi bene anche nel nuovo modulo adottato stanotte con Horford ala grande e Josh Smith ala piccola. Quel famoso modulo che coach Larry Drew vorrebbe utilizzare a lungo andare, ma stanotte messo in pratica anzi tempo, per far fronte all'assenza di Marvin Williams (nel nuovo stile Marvin diverebbe sesto uomo). Li si attende al varco nella prossima sfida con Orlando, con quella gara probabile che si avranno indicazioni in più.
Indicazioni potenti, invece, vengono dal New Orleans. La squadra di Monty Williams ha una vittoria in meno, solo perchè ha una gara in meno degli Hawks, ma le avversarie battute hanno altra caratura. Si parla dei Nuggets, dei Bucks, degli Spurs e soprattutto (questa notte) di Miami.
Ed è per questo che al momento sono la squadra più in forma dell'intera NBA.
Aiutato dalle oculate scelte dirigenziali fatte in estate, Mony Williams è stato capace di dotare il team di una nuova mentalità difensiva, e costruire, giustamente, ogni attacco partendo da Chris Paul. Paul è stato circondato di giocatori atti alla difesa e dotati di tiro perimetrale, in modo da punire gli aiuti difensivi che il folletto di Wake Forest attira quando penetra. Ed ecco che entrano in scena Belinelli e Ariza, due discreti difensori (che possono crescere ancora), ma che in attacco sanno benissimo finalizzare gli assist di CP3.
Per il resto quando si vince, la mentalità sale, la voglia di continuare a vincere cresce ed ecco arrivare altre vittorie, ma il ciclo non può continuare all'infinito e per questo sarà importante imparare a vincere anche dopo una sconfitta...Ok, magari New Orleans ha cambiato abbastanza anche in termini di giocatori, ma la mano del nuovo coach si vede. D'altra parte invece, in quel di Atlanta l'avvento di una nuova guida è stato l'elemento che più li ha condotti ad un miglioramento. Ma comunque si vede, in ambi i casi, come il gioco offerto sia il frutto dei nuovi assetti, dei nuovi giochi e di una rinnovata fiducia nei propri mezzi, qualità che provengono dall'allenatore.
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buona stagione NBA :)
a presto.