Li vorremmo vedere sempre così, fondamentali per il proprio team, costanti per tutta la gara e soprattutto vincenti.
Da quando i "Big Three" nostrani sono approdati oltreoceano, ci sono state tante belle nottate con uno o l'altro protagonisti, ma una giornata di stagione regolare come quella appena passata, è stata qualcosa di speciale, forse di unico, finora.
Le prestazioni di tutti e tre sono da incorniciare, sia statisticamente che per importanza relativa al risultato finale: la vittoria della gara.
Andrea Bargnani ha finalmente fatto tutto quello che gli è stato richiesto da quando Bosh è "scappato" dal freddo canadese per approdare sulle calorose spiagge di Miami, ovvero si è eretto a leader e go-to-guy, trascinando i Raptors alla loro terza vittoria in campionato. Il Mago ha piazzato 30 punti con un ottimo 12 su 18 dal campo ed ha aggiunto al computo offensivo, 7 rimbalzi. La sua prestazione è stata da vero giocatore di punta di un team, si è preso le responsabilità quando serviva farlo, ha sfruttato molto bene gli sbagli delle rotazioni difensive avversarie e, anche se non proprio per tutta la gara, nell'altra metà campo ha saputo coprire con attenzione le penetrazioni a difesa schierata.
Per ripetersi con costanza, deve essere sempre aggressivo ed agonistico e non solo per una parte del match come spesso gli capita.
Danilo Gallinari è stato il secondo violino del team, proprio quello che si vuole da lui. Ha giocato con "cattiveria", ha sfruttato molto bene la bidimensionalità del suo gioco e la continuità con cui ha scelto la soluzione della penetrazione è stata la svolta che gli ha permesso di mettere a segno ben 27 punti. Buttandosi tra le maglie avversarie, il Gallo ha racimolato una vagonata di tiri liberi, che ha realizzato con una precisione quasi chirurgica ovvero un 16 su 17 di eccellente fattura. La pericolosità che rappresenta dal perimetro, gli ha portato un beneficio enorme, perchè le difese hanno dovuto più volte recuperare su di lui permettendogli di superare agevolmente l'avversario che accorreva in affanno sul recupero. In difesa poi, è stato interessante vederlo, in più di un'occasione, prendersi in consegna Tyreke Evans e, anche se non è stato "perfetto", la scelta di D'Antoni ne sottolinea ancora una volta la sua poliedricità nel saper essere intermediario tra il ruolo di esterno e quello di interno.
Per ripertersi con costanza, bisogna che sfrutti sempre con più determinazione la sua bravura di "spaventare" da tre e avventurarsi con frequenza nel cuore della difesa. Deve quindi sfruttare questa suddetta bidimensionalità.
Marco Belinelli ogni sera di più sta divenendo un cardine del gioco degli Hornets e stanotte alcuni dei suoi 17 punti finali, sono stati fondamentali per raggiungere la "W". La freddezza e la sicurezza con cui ha scelto di prendersi alcuni molto importanti, sono state coadiuvate dalla fiducia che i compagni hanno riposto in lui. La tripla a 3 minuti dalla fine che ha spinto New Orleans a +4, è stata una giocata decisiva che il Beli ha preso senza minimante pensarci, ovvio, doveva prendersela, ma non c'è stata una minima incertezza, una di quelle cose che contraddistingue chi ha una grande fiducia nei propri mezzi e non ha timore reverenziale.
Per ripetersi con costanza, non c'è niente da fare, deve giocare molti minuti, quindi deve difendere sempre arcignamente e deve prendersi le responsabilità chiestegli, magari azzardando ogni tanto qualche conclusione in più per far crescere ulteriormente la fiducia in lui (sempre qualora il tiro entri). In fin dei conti è quello che ha cominciato a fare da inizio stagione...
Speriamo che ciò che è avvenuto stanotte non si tratti di un exploit solitario da raccontare, ma di una certezza...
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