Solo un paio di notti fa, assistevamo ad una prova personale (quella fantastica doppia doppia di Kevin Love) che aggiornava gli albi dei record, e stanotte, quei registri sono stati ancora una volta toccati, ma stavolta per una prestazione corale.
In una gara avvincente come quella tra Suns e Lakers della notte passata, la compagine dell'Arizona ha messo a referto ben 22 triple sui 40 tentativi effettuati, prestazione che si inserisce al secondo posto della speciale classifica di più tiri da oltre l'arco andati a bersaglio in un singolo incontro. Il record è stato anche scalfito, visto che al primo posto troviamo le 23 bombe con cui Orlando sconfisse, il 13 gennaio 2009, i Sacramento Kings.
Jason Richardson in una delle 7 triple messe a segno questa notte (foto sports.yahoo.com)
L'estro creativo di Nash e principalmente il grande stato di forma in cui si trova Jason Richardson (7 delle 22 triple sono state le sue), hanno fatto poi il resto, portando al compimento di una doppia impresa: segnare 22 triple e battere i Lakers anche con un passivo di 17 rimbalzi.
Questo exploit ha lasciato intravedere l'innegabile potenziale che Phoenix si porta in dote, con almeno quattro o cinque giocatori che ogni sera possono fornire una decina di tiri da fuori complessivi di media (ricordiamoci che oltre ai quattro sopracitati, anche Jared Dudley, Grant Hill ed in parte Goran Dragic possono aiutare, e non poco, da fuori), ma se questo è un guadagno non indifferente, ci sono i contro che non si possono trascurare.
E' fatto certo che una trentina di punti fissi con tiri da fuori sono una manna dal cielo per ogni squadra, ma è cosa certa anche, che i tanti tiri tentati se non vanno a segno con una certa frequenza (come invece è accaduto stanotte), portano ad una caterva di palle vaganti e potenziali rimbalzi che se non hai un dominatore d'area, cadono per lo più nelle braccia degli avversari. Soprattutto in un sistema di gioco come quello di Phoenix, dove non c'è praticamente mai in campo un vero centro rimbalzista (a parte Robin Lopez che non è di certo un giocatore dominante), il rischio è ancora più elevato.
Comunque la stagione dei "soli" passerà da questo rischio, anche perchè favorito dalllo stile di gioco ad alti ritmi imposto da coach Gentry e messo in campo in modo eccelso da Steve Nash.
Proprio il play canadese è appena rientrato nelle febbricitanti voci di mercato che stanno continuando a circolari insistenti. Infatti che sembra che l'instancabile Donnie Walsh continui a cercare il modo di rafforzare sensibilmente il proprio team. E quale miglior acquisto per New York, di un play che sa far girare la squadra come pochi al mondo, che già ha dato dimostrazione di intendersi ad occhi chiusi con Amar'e Stoudemire e che conosce alla perfezione coach D'Antoni.
Per raggiungere il sogno però, bisognerà superare gli irremovibili dirigenti di Phoenix che blindano, giustamente, in modo categorico, la loro stella. Per stessa ammissione del GM dei Knicks la strada che si vuol percorrere è veramente ardua ed impervia, ma questo non gli impedirà di provarla.
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