Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA

giovedì 28 ottobre 2010

L' ANNO DEGLI ITALIANI IN NBA; LE PAROLE DI BELINELLI

L'anno scorso si è dovuto attendere fino a Gennaio per vedere affrontarsi sullo stesso parquet due giocatori italiani. Quest'anno invece la sorte è stata più clemente ed alla seconda giornata di stagione, nonchè la prima partita per Toronto e New York formato 2010/2011, si è già potuti godere dell'evento. 

Una gara equilibrata e forse ce lo si poteva anche attendere, seppur i Knicks quest'anno sono decisamente più attrezzati di quelli del Canada, ma i meccanismi vanno ancora oliati e perciò a New York si fatica più del necessario. 

Non ha invece faticato Andrea Bargnani a trovare la confidenza con la retina ed ad immergersi a pieno regime nel ruolo di leader della squadra. Ruolo compreso da coach Jay Triano, che ha deciso di disegnare numerosi schemi che prevedevano il numero 7 come finalizzatore; il team lo ha cercato assiduamente anche in post basso, segno che forse ora ci si può fidare di lui anche da quelle parti.

Il Mago ha messo a referto 18 punti nei soli primi due quarti, anche se poi coach D'Antoni gli ha francobollato addosso una difesa asfissiante che gli ha permesso solo 4 punti nella ripresa. Fattore che è coinciso con la "caduta" del team canadese, troppo ancorata al suo lungo, anzi ai suoi lunghi.
Si perchè quell'immortale giocatore che risponde al nome di Reggie Evans, ha fatto il suo, ha messo in chiaro che se arrivi nelle sue zone non hai il permesso di passare. Il vero mastino difensivo della squadra, quello che ancora manca in Andrea, che seppur migliorato in fase di ripiego deve mettere ancora più grinta sotto le plance.
Quella stessa grinta che ha portato Shaq a criticare l'italiano qualche giorno fa, dichiarando che lui, con quella poca fisicità nel pitturato amico, non sarebbe mai diventato un vero All Star.
A questo punto, l'unico che può smentire The Big Aristotele è solo Bargnani stesso,  chiamato a mostrare di valere in tutte le 81 le partite restanti e non solo in quella di apertura. Probabile che lui ci riesca in questo suo nuovo ruolo, ma la squadra no, al momento non pare attrezzata per puntare a qualcosa di concreto nel breve termine.

Meno soddisfacente è stata la prova del Gallo, che ha faticato a trovare il fondo del canestro. Non lo ha aiutato di certo la filosofia di coach D'Antoni di farlo continuare a stazionare sul perimetro, perchè magari se il tiro non entra qualche capatina in area la si poteva anche fare. Partita sicuramente da non incorniciare ma che lascia il tempo che trova, perchè discorsi più concreti li si potrano fare solo fra qualche settimana.

Ma il New York-Toronto non è l'unico treno con italiani a bordo e non è neanche quello contentente i passeggeri più esaltanti della notte, perchè dalle parti di New Orleans ce ne è un altro, l'ultima speranza per Marco Belinelli di arrivare a qualche meta importante.

Marco questa notte ha confermato tutto il buono visto in pre-season: tiro a bersaglio, anche in situazioni assurde (i famosi tiri ignoranti "inventati" da Basile), capacità di farsi trovare libero (forse però qui centra "un pò" Chris Paul) e soprattutto minuti, quelli che gli permettono di farsi valere e di non farlo cadere in eccessive forzature. Inoltre Paul si fida già molto di lui e quest'alchimia lo gioverà parecchio. 

Ma occhio a non esaltarsi troppo, anche la scorsa stagione è iniziata con i migliori auspici per il Beli, ora bisogna ingranare e mantenere la continuità fino alla fine.
Attendiamo ed intanto ascoltiamo Marco a fine gara (fonte la Gazzetta):
http://video.gazzetta.it/basket-felicita-belinelli-la-vittoria-new-orleans/95538da2-e25a-11df-ae18-00144f02aabc

Ma aldilà di statistiche e prestazioni singole, quello che più accomuna il trio è che ora finalmente ci sono tutti i presupposti per vedere la migliore stagione di ognuno dei tre italiani e per questo nessuno di loro si può permettere di fallire, questa volta non ci sono alibi che tengano...
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