Ogni anno nella NBA, così come in campo internazionale, alcuni giocatori stimati soprattutto per il loro potenziale, riescono ad esplodere e a confermare tutto il bene detto su di loro negli anni passati, dando ragione a chi ha scelto di puntare su di essi. Certamente ci sono anche talenti che le loro possibilità non riescono ad esprimerle, vuoi per gli infortuni o per problemi personali, vuoi per un carattere incline a trasgredire od a non ascoltare, o vuoi magari perchè semplicemente sopravvalutati. Ma non è detto che i secondi una volta cambiata aria, non possano trasformarsi nei primi e riuscire a dare soddisfazione a tifosi e staff che li aspettano con ansia.
E' quello che probabilmente quest'anno capiterà a Michael Beasley, ragazzo con molte capacità, che però ha le ha lasciate intravedere solo a sprazzi negli anni trascorsi a Miami. B-Easy è il classico talento che a causa dei suoi comportamenti e dei suoi problemi personali, è scivolato via, lasciando anche ai molti che lo additano come un giocatore speciale in prospettiva, qualche riserva, i limiti caratteriali che potrebbero minarne la carriera relegandolo mai ad un ruolo di primissimo piano.
Ma come sempre, c'è l'opposizione, coloro che invece credono fortemente nelle sue qualità, tanto da sottolineare che quest'anno, in una franchigia senza grandi ambizioni, potrà dimostrare tutto quello di cui è capace, lasciando magari basiti i detrattori anche per un corretto comportamento dentro e fuori dal campo.
L'ex prodigio di Kansas State, ha tutte le carte in regola per ergersi a nuova stella (e questo con grande probabilità lo potrebbe fare anche altrove e non solo ai T-Wolves), perchè è un 2.07 (circa) molto atletico, e con le caratteristiche per poter giocare con egual efficacia in tutte e due le posizioni di ala.
Difatti è abbastanza veloce di gambe e abile al tiro per poter giocare sul perimetro, ed ha la forza e buoni movimenti in post per poter occupare con ottimi risultati lo spot di ala grande.
Bisogna considerare poi che nei Wildcats giocava stabilmente ala grande e negli ultimi anni ha lavorato molto sul gioco da esterno. Questo per far capire come la sua bidimensionalità possa essere un fattore ineluttabile nel gioco da costruire di Minnesota, se non fosse altro che da esterno potrebbe far valere la propria stazza e da interno la propria velocità di piedi e la sua capacità di usare entrambe le mani.
Lo si è già potuto ammirare nell'amichevole coi Lakers giocata in quel di Londra, dove ha messo in risalto molte delle sue peculiarità cestistiche. Magari la gara era poco indicativa, ma le qualità individuali possono sempre essere lette anche in partite con minor intensità di gioco.
Certo che i limiti che lo possono bloccare sono più di uno, a cominciare dall'obiezione che è uno di quelli che si affaccendano in attacco ma si perdono nella fase difensiva, per scarsa concentrazione e scarsa volontà.
Il problema più grande è sempre lì, nell'esentarsi dalle distrazioni e mantenere una concentrazione costante, sperando che non scatti la scintilla che potrebbe portarlo sopra le righe. Ma forse quella parte del carattere, quei giorni di "sbandamento", sono rimasti a South Beach e si spera non tornino a bussare alla porta di uno che al basket può davvero regalare spettacolo.
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Potenziali stelle NBA
Io sono sempre convinto che se fosse andato a Phoenix, sotto l'autorità di un leader come Nash, quest'anno sarebbe esploso di sicuro nell'NBA.
RispondiEliminaSarebbe stato l'ideale sostituto di Stoudemire, partito per quel di New York City, con la variante che Beasley sa tirare anche da 3, cosa che lo avrebbe reso ancor più adatto al sistema di gioco dei Suns.