Mentre si attende l'inizio della regular season, gli allenatori, soprattutto quelli "nuovi" alla guida di una franchigia NBA, sono concentrati nel creare e nel mettere a punto le nuove tattiche ed i nuovi schemi che meglio si adattino alle caratteristiche dei giocatori in roster e alla filosofia che si cerca di imprimere al proprio team.
E con lui, ci si attende molto da Chicago, che è attesa a fare il salto definitivo verso il protagonismo assoluto nella Lega pro americana, grazie ai giovani eccellenti che hanno già fatto vedere le loro qualità e sono chiamati a ripetersi, e soprattutto grazie a quegli innesti mirati che hanno tamponato le falle principali che aveva la squadra dell'Illinois.
Ed ora, sarà saper gestire a pieno le qualità della rosa, il compito che può portare al risultato vincente.
Le possibilità derivate dal roster variegato e completo sono tante, ma quello che sembra essere l'arma in più, è l'eventuale allargamento del gioco, mirato a lasciare spesso degli uno contro uno con possibilità di scarico.
Questo perchè l'aggiunta di Kyle Korver, ed il continuo lavoro da oltre l'arco dei vari Luol Deng e James Johnson, permetterà ai Bulls di potersi rendere un pò più pericolosi da fuori area. Ma la vera sorpresa che potrebbe aiutare Chicago ad aprire gli spazi, lasciando più libere le vie di penetrazione di Derrick Rose e le lotte uno contro uno di Carlos Boozer, sta nel fatto che si vuole che almeno un lungo cominci a disporre di un discreto tiro da fuori.
Ed il lungo in questione individuato per l'occorenza non poteva che essere Taj Gibson, non Noah che è meglio che non si allontani troppo dall'area..., e neanche Boozer, riferimento di post basso che già ha il compito di spostarsi all'occorrenza al livello della lunetta dove può essere comunque pericoloso.
Dopo che erano già trapelate alcune voci riguardo questo possibile allenamento intensivo del lungo, lo stesso Taj ha confermato di essere concentrato ultimamente sull'esecuzioni dalla lunga distanza.
Il ragazzone proveniente da Southern California, non ha mai dato prova nella passata stagione di possedere una particolare inclinazione al tiro dai tre punti, per di più perchè lo si era visto molto a suo agio sotto le tabelle (dove aveva fornito delle buone prestazioni), e proprio per questo gli assistenti addetti alla sua crescita individuale hanno cominciato cambiando lo stile del suo tiro.
Lo stesso giocatore ha dichiarato come si sia scelto di abbandonare del tutto il suo vecchio metodo di rilascio della palla, per abbracciare un diverso approccio di meccanica del tiro.
Da vedere quanto il lavoro pagherà, ma se dovesse riuscire l'esperimento, Chicago si ritroverebbe davvero un gioiellino in cassaforte abile sia nel catturare carambole, che nell'essere pericoloso fuori area. Con questa prospettiva, il gioco ordinato e schematico che il neo coach sembra voglia imprimere alla squadra, passerà molto dalle scelte offensive derivate dalla lettura delle difese.
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