Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA

mercoledì 28 novembre 2012

Rookie in progress: Gli ostacoli per una matricola e il primo quintetto della classe 2012

Si dice, giustamente, che il ritmo NBA (inteso come stile di vita) per un rookie sia un ostacolo in più che si aggiunge all'ambientamento al nuovo gioco, ai nuovi compagni più esperti e smaliziati, alla diversa fisicità e anche al diverso ruolo in squadra. Molti ragazzi arrivano con lo status addosso di essere dei leader del proprio gruppo, delle celebrità nel proprio campus, senza troppe responsabilità sulle spalle e senza aver in mano tutti quei soldi che spesso e volentieri ti fanno gestire la vita diversamente. La difficoltà di allenamenti regolari, la stanchezza di tenere fisicamente e mentalmente tutte quelle partite ravvicinate hanno caratterizzato in primis quello che si chiama il rookie wall, quello scoglio che da circa Febbraio fa vacillare anche un buon rookie fino a quel momento. Ovvio che non è condizione imprescindibile cadere nella rete di questo "mito" e spesso è il ripetersi, le aspettative che circondano il giocatore ad essere il fardello più pesante da gestire.


E' importante difatti anche avere la fortuna di ritrovarsi subito in un progetto, in una squadra cosciente o che dimostra di dare fiducia anche in situazioni di calo di rendimento. Quando si dice crescere insieme per un gruppo giovane, spesso si intende anche questo sgravio del confronto con le rodate gerarchie anche se poi il veterano è fondamentale proprio per la suddetta crescita.   

Ma lontani da quella che è la boa di metà stagione regolare, lontani da quello che può essere un minimo di giudizio sindacabile sulla maggior parte dei rookie, possiamo comunque analizzare come la tornata del 2012 si stia comportando ad avvio carriera professionistica. Come è stato il primo approccio con il livello superiore del basket. 

Il draft NBA 2012 come ribadito più volte si preannunciava uno dei migliori degli ultimi anni con un ammasso di talento concentrato, tale da appagare molte squadre. I riscontri a questa affermazione si avranno nel tempo ma alcune risposte di gran lunga positive già si stanno intravedendo. Considerando su tutto che circa una ventina delle matricole di quest'anno stanno avendo minuti da rotazione e su di lì. 

Buttiamo giù quello che può essere formalmente un quintetto coi migliori cinque rookie di questo scorcio di campionato, sottolineando come alcuni stiano già rendendo da top del proprio club.

Damian Lillard è sicuramente il migliore fino a questo momento. Fin da subito ha dimostrato di saper gestire l'attacco dei Blazers coadiuvandolo con la bravura dello scorer. Si prende molte soluzioni, tira quasi sempre bene da tre, riesce a non perdere troppi palloni in relazione a quanti ne gestisce e sorprende la continuità delle sue prestazioni. Il suo saper giocare sotto controllo e la sua velocità accompagnata da un solido tiro ne hanno già fatto un giocatore importante, che adesso è chiamato ad accrescere la sua capacità di spingere ed alimentare il contropiede per permettere ai vari Batum, Aldridge (ma anche a Myers Leonard perché no, essendo in tema di rookie) di sfruttare la capacità di corsa e l'atletismo. Sviluppando la sua capacità di giocare il pick 'n roll, può implementare in coppia con Aldridge un'arma molto potente.

Nel confronto tra le due migliori guardie pure del draft, Waiters e Beal (anche se pure Shved sta facendo piuttosto bene), Waiters ha il vantaggio di non avere come record di squadra uno 0-12. Entrambi sembrano accomunati dal destino di non poter contare per un pò sul proprio ottimo play titolare. Difatti al rientro di Wall ed Irving si potrà stabilire anche la migliore e futuribile accoppiata giovane di guardie della Lega. Beal per ora è stato provato in più salse, rispondendo quasi sempre presente. Sia quando ha giocato con più esterni accanto sia quando i suoi tiri sono pervenuti da scarichi e schemi piuttosto che da libera iniziativa. Sostanzialmente entrambi i giocatori sembrano rispettare l'attitudine ad essere due realizzatori affidabili in futuro, due che possono sgombrare l'area e colpire con continuità.

Anche Michael Kidd-Gilchrist e Harrison Barnes hanno iniziato bene. Il primo soprattutto sta dimostrandosi capace di fare un pò di tutto in campo, giocando entrambe le fasi di gioco bene anche se la continuità la sta trovando ora. Barnes sembra il tipico giocatore adatto a correre e sfruttando il suo lato atletico sta andando bene. Di sicuro però la capacità di Kidd-Gilchrist nell'essere lentamente ma inesorabilmente un giocatore che può essere un fattore, gli danno qualcosa in più. L'aumento di fiducia nei suoi confronti sta coincidendo anche con un record impressionante per Charlotte, mai creduta capace di tale inizio. Non sarà solo lui, anzi, ma il +15 del suo efficency dice qualcosa. Urge però inserire un tiro da tre nella faretra (un 1/1 non è niente per un'ala piccola).

Anche la first pick Anthony Davis ha iniziato bene. Al di là dei problemi fisici che lo hanno già fermato per qualche partita, nelle gare disputate il lungo ha già fatto sentire la differenza di avere una presenza come lui o meno. In difesa prima di tutto, dove ha cominciato a riproporre le cose buone del college. Essenzialmente per Davis il passaggio ai piani alti sembra essere stato formalità, con nessuna difficoltà apparente pronta a smorzare le sue caratteristiche. Vedremo al rientro dall'infortunio fino a che livello riuscirà a macinare.

Come altro lungo, vuoi per la defezione di alcuni più quotati, vuoi per la vicinanza ad un compagno di reparto che gioca un basket diverso, è Valanciunas ad avere impressionato. L'aspettativa già dall'anno passato di un centro più fisico di Bargnani che potesse giocare sotto e amalgamarsi con l'italiano, è stata diciamo rispettata. Non si parla di certo di un rimbalzista efferato ma con il suo fisico può mettere su massa e continuare a giocare allo stesso modo sotto canestro. Ha alternato momenti magici a prestazioni sottotono ma sta giocando bene e le qualità le ha. A suo dire l'obiettivo è migliorare la difesa, facendolo può essere ancora più importante per un team come i Raptors che ha bisogno di nuova spinta.

Menzioni particolari oltre ai sopracitati vanno a Kyle Singler, Jeff Taylor ed in parte a Jae Crowder e Austin Rivers due che probabilmente dimostreranno di più nei prossimi mesi. Rivers è stato un pò frenato da Grevis Vasquez che sta facendo davvero grandi cose, Cowder deve ancora far capire se innalzerà il suo gioco o si spegnerà. Deludenti inizi sono sicuramente quelli di Thomas Robinson e Andre Drummond ma col tempo siamo sicuri emergeranno anche loro. Non giudicabile Lamb che si spera trovi spazio maggiore in futuro.

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2 commenti:

  1. Anonimo29.11.12

    "ai nuovi compagni più esperti e smaliziati". Esperto e smaliziato sono sinonimi, hanno il medesimo significato!

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  2. Ciao, in realtà esperti e smaliziati non presentano esattamente lo stesso significato in questo contesto. Smaliziato vuole significare esperto nella vita, maturo, consapevole, cose sempre legate alla vita. Il concetto di esperto in tale contesto invece, è usato insieme a smaliziato proprio per sottolineare che con esperto non si parla di maturo nella vita ma esperienza nel basket, nel gioco, nell’ amministrare i minuti che contano, etc… Non è stato un caso che sono stati messi uno vicino l’altro, proprio per far capire volutamente che si parlava sia di esperti in campo che nella vita. Ciao.

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