Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA

venerdì 27 aprile 2012

La stagione NBA si è conclusa e Charlotte la peggiore di sempre

Si è conclusa con stanotte la stagione NBA da 66 gare, quella nata dopo le tribolazioni legate al lockout, quella che ha visto per il terzo anno consecutivo Kevin Durant miglior marcatore del torneo e Rondo distintosi come miglior assist-man. Accanto a ciò la volontà ferrea di Nash di voler giocare per altri tre anni e forse la partenza di un grandissimo fuori e dentro dal campo, Larry Bird, che ad oggi ha costruito una solidissima franchigia come lo sono i Pacers ma che sembra aver scelto di non proseguire assieme al team la sua avventura.

Ma nel mentre Bird ha trovato la quadratura del cerchio lasciando a chi arriverà dopo un team solido, l'altro grandissimo ex del passato ancora non è riuscito a rendersi nemmeno un pò notevole lontano dal parquet.
Jordan ed i suoi Bobcats difatti hanno avuto una stagione disastrosa e forse è anche dire poco. Palesemente il team aveva qualità complessiva bassa, palesemente si lottava per le ultime posizioni e anche le ambizioni li proiettavano a cercare la prima scelta assoluta, ma un così sublime sdegno non era di certo stato pronosticato.


La peggiore squadra di sempre per percentuale di vittorie. Questo sarà il record per cui i ragazzi di Silas passeranno alla storia, per il quale motivo saranno ricordati. Fortunatamente per loro non ci sarà mai la controprova su 82 gare di essere il team più perdente, neanche dal punto di vista delle gare consecutive perse, essendosi fermati per l'appunto 16 gare prima e a 23 sconfitte consecutive contro le 26 dei Cavs dell'anno post James. 10,6% (0,106 in dicitura americana) il computo generale di percentuale W, roba da far impallidire pure quei "Nine and 73ers" della stagione '72-'73, ovvero i Sixers che vinsero solo 9 gare (e 73 perse per l'appunto).


Matt Carroll, uno che di sicuro non cambia le inerzie, aveva però sottolineato un paio di settimane fa di come cercasse in tutti i modi di ricordare alla squadra che avrebbero vinto questo non ambito riconoscimento se non si fossero svegliati. Ma a quanto pare la voce è rimasta nello spogliatoio.


Sarà stata la scarsa convinzione nei propri mezzi, sarà stato il senso di delusione che serpeggiava negli animi dei giocatori, sarà stato il richiamo in testa ad ognuno che l'obiettivo dichiarato della società è Anthony Davis e non qualcosa di presente, ma nessuno sembrava ridestarsi dal proprio torpore. Eppure 7 gare in stagione sono state vinte, sinonimo che almeno un'altra, una sola, si poteva intascare e chiudere in cassaforte. Quella che avrebbe concesso a tutti di chiudere questa nefasta stagione senza dover annoverare questo record. 


Rimarrà l'amaro per quelli di Charlotte, solo le speranze di lottery possono cancellare la triste sentenza del campo. Ed ora MJ non deve sbagliare, a prescindere dall'arrivo di Davis o meno, deve trovare una sorta di bandolo della matassa che crei la disponibilità di portare nel North Carolina almeno un altro giocatore di talento (oltre a quello del draft) da affiancare ai pochi discreti giocatori futuribili che ci sono in rosa.


Comunque magari Silas visto l'andazzo avrebbe almeno potuto osare e lanciare per molti più minuti in campo uno come Kemba Walker, non il nuovo salvatore della patria ma un giovane che potrebbe avere prospettiva innanzi a sé. E anche Tyrus Thomas lo si poteva spremere a più non posso, visto che ha da dimostrare o almeno onorare appena appena un contrattino esagerato da più di $8 milioni a salire.

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