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lunedì 9 aprile 2012

La rinascita dei Knicks, l'era post D'Antoni

Con l'arrivo in estate di Tyson Chandler l'alimentarsi delle possibilità di rivalsa dei Knicks diventavano almeno sulla carta, sempre maggiori. Il duo Stoudemire-Anthony, la crescita di Fields e qualche discreto giocatore dalla panchina facevano balzare agli occhi un progetto che bene si stava costruendo e realizzando, tanto da far dire a D'Antoni di poter di sicuro puntare a qualcosa di più dei semplici playoff.



Ma a sostituire i ragionamenti teorici è arrivata la cruda realtà per i Knicks, circondati da mille problematiche che non facevano altro che sottolineare anziché nascondere, tutte le difficoltà e i difetti del team.
Scarsa attitudine difensiva alimentata dal gioco veloce votato all'attacco. Difficoltà ad amalgamarsi soprattutto tra i giocatori che hanno bisogno di gestire o perlomeno avere la palla spesso tra le mani. Circolazione spesso inesistente con troppe risoluzione del giocatore di turno e troppa stazionarietà del pallone. Questi erano solo alcuni dei problemi (tempo addietro li avevamo riassunti dal nostro punto di vista in questo post Le problematiche dei Knicks).


La cosiddetta "Linsanity" ha nascosto per poco le difficoltà. Sospinto dalla troppa pressione e dal troppo "chiasso" causato dalle sue presunte discussioni con Anthony, D'Antoni ha lasciato la nave in tempesta affidando il timone e le speranze di un approdo tranquillo al suo secondo, Mike Woodson non certo uno sprovveduto essendo stato per tanti anni capo allenatore in NBA.


Problema mentale e/o tecnico, la squadra si è ripresa. Non tutte le colpe sono da dare al "Baffo", ma la situazione mentale e di spogliatoio venutasi a creare incideva in maniera massiccia ed il gioco che si voleva esprimere non giovava ad alcuni elementi e alla già poca verve difensiva.


Woodson ha molti meriti nella rinascita dei Knicks, ma il punto focale è un fattore mentale e di compattezza del gruppo. Anthony e compagni in seguito alla partenza del coach si sono riuniti e da quella discussione da spogliatoio qualcosa è cambiato. Poi il cambio di gioco ha fatto il resto. Non più incessante voglia di spremere fino all'ultimo il potenziale contropiede ed attenzione molto più accurata alla fase dolente del gioco, quale la difesa.


La palla non girerà come in altri contesti (intesi come franchigie) ma meno soluzioni individuali di prima e più coinvolgimento generale. Ovvio che comunque la gran parte dei palloni resterà comunque nelle mani di Melo come molte responsabilità offensive.
Però quello su cui sta lavorando il coach sono proprio difesa e gioco di squadra, le lacune del team. L'aggiunta di Smith ha dato anche del suo, contribuendo ad arricchire di punti nelle mani una panchina che aveva bisogno di elementi. 


Di problemi da mettere a punto, soprattutto in rifermento alla coesione perfetta del gruppo in campo, ci sono, ma i Knicks ora sembrano sulla strada per procedere verso le speranze di inizio stagione e non verso l'oblio in cui erano caduti spinti per la maggiore da quei problemi che non nascono in campo ma si riflettono su di esso.  

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1 commento:

  1. Anonimo10.4.12

    se vuole il 7 sa essere inarrestabile offensivamente. Chiedere ai bulls e a deng!!

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