Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA

venerdì 15 febbraio 2013

Il dubbio di Nerlens Noel

Il draft che si profila quest'anno probabilmente non sarà un mazzo gigante di rose come quello appena passato, ma alcuni fiori che spiccano dal bouquet ci sono eccome, come ogni anno. Devono ancora sbocciare ma il potenziale per "abbellire" la NBA c'è. Ed uno di questi potenziali giocatori da NBA è senz'altro Nerlens Noel.

Potenziale chiamata tra le prime 5, anzi meglio tra le prime 3, è senz'altro uno dei prospetti più interessanti non foss'altro che con la sua attitudine difensiva può cambiare le partite. Esplosività, velocità di piedi in relazione all'altezza da potenziale centro NBA, grande apertura di braccia e lavoro continuo per cercare di migliorare la parte offensiva. Cercare di utilizzare (e migliorare) efficacemente il post basso e mettere su chili, lo potranno notevolmente aiutare ai piani alti rendendolo un giocatore molto utile a qualsiasi causa. Poi nella NBA di oggi dove i lunghi stanno divenendo spesso e volentieri più mobili, uno che sa posizionarsi e al contempo non rallentare il gioco ma bensì aiutare in transizione, può essere manna dal cielo se matura come se ne intravede la possibilità.

Ma a minare le sue certezze in relazione al suo futuro a fine anno, ci ha pensato il legamento crociato.


Il gravissimo infortunio subito dal giocatore ha gettato ombre sulla via illuminata sulla quale stava camminando. Ora è il dubbio ad essersi sostituito alla certezza perché come ben si sa ci vogliono tanti mesi forse addirittura un anno, per riprendersi completamente dall'infortunio e poi bisogna riprendere anche il ritmo partita, ancora più difficile se alla ripresa devi impegnarti in un nuovo contesto.

Quindi per Noel questo è il momento di pensare alla scelta: rimanere al college un altro anno per riprendersi completamente e dichiararsi eleggibile l'anno prossimo in un draft, quello del 2014, che è già molto ben considerato o dichiararsi subito e approfittare del "precedente Blake Griffin" per vedere se qualche squadra lo sceglierà comunque abbastanza in alto per poi aspettarlo. La differenza con Griffin è che il ragazzo si ruppe dopo la chiamata, prima di ritornare l'anno dopo come "la nuova sensazione americana" e poi Griffin era unanimamente riconosciuto come l'assoluta first pick cosa che Noel non è, considerando i vari McLemore, Cody Zeller, Muhammad, Smart e Bennett. 

Quindi rischiare di scivolare più in basso o rimanere un altro anno al college? Anche qui c'è il "precedente" targato Sullinger, uno che l'anno prima di dichiararsi era considerato tra le prime 5 chiamate poi però rimasto un altro anno al college, è sceso fino alla 20esima dei Celtics anche per i possibili problemi fisici che si prospettava portasse con se. 

Intanto Noel si cautela, assicurandosi in caso di serio infortunio, non questo comunque grave ma dal quale si riprenderà, ma un possibilistico ma ovviamente non augurabile altro infortunio in futuro, che possa troncargli la carriera. Versando circa $50 mila dollari, ne prenderebbe $10 milioni qualora in futuro si rompa non potendo più tornare in campo. Semplice precauzione per uno che non vuole rimanere a secco di pecunia a causa della malasorte.

Accanto all'enigma di Noel, anche una vecchia questione è tornata in auge proprio per quello successo al ragazzo: quella del limite di età per essere ammessi al draft. C'è chi da una parte vuole che si abbassi perché vede la NCAA solo una sorta di stage non retribuito prima dell'approdo al professionismo però con il rischio di rompersi in quell'anno e chi invece la vede all'opposto ovvero fisici non pronti, ancora più a rischio infortunio ai piani alti, e che magari con qualche anno ai comandi di coach storici e preparati come lo sono quelli della NCAA, possano andare in NBA più pronti.
Divergenze di opinioni che saranno difficilmente risolvibili perché si cercherebbe il compromesso, ma con le regole di oggi nel compromesso già ci siamo.

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