Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA

domenica 15 luglio 2012

Il nuovo inizio dei New Orleans Hornets

Dall'istante in cui sul volto di coach Monty Williams si è dipinta una espressione di compiacimento e malcelata contentezza, ovvero nel momento in cui New Orleans ha avuto la certezza di chiamare alla numero 1, è iniziata la nuova era degli Hornets.
Tutto insieme grande fiducia, grandi speranze e nuovi progetti si sono uniti alla fresca proprietà di Tom Benson, che può cominciare a costruire qualcosa di importante con alla base un gruppo giovane e futuribile, nonché talentuoso.
In tutte le menti degli appassionati, ma soprattutto dei tifosi, l'idea di trovarsi l'anno prossimo a guardar sbocciare l'accoppiata Gordon-Davis sarà stato uno dei primi pensieri, mentre accoglievano in largo anticipo rispetto al giorno dedito al draft, il nuovo lungo che ha sbalordito l'America e non solo.


E da ieri questa aspirazione è una certezza. Il duo sarà l'asse principale del team, New Orleans ha pareggiato l'offerta dei Suns per Eric Gordon e riporta in casa il gioiellino che l'anno scorso non ha mai potuto esprimere con continuità il proprio gioco. Un investimento importante da $58 milioni in quattro anni.
Grazie all'accordo il team ha il proprio giocatore di riferimento per l'avvio di stagione in attesa che il gruppo cresca compatto, magari simulando quella maturazione che nel corso degli anni hanno sviluppato grazie allo spirito di squadra e al talento quegli Oklahoma City Thunder che ad oggi sono una delle prime forze NBA.


E' sempre difficile che si riesca così splendidamente, ma le credenziali per farcela ci sono, se non anche per il fatto che è arrivata un'altra ciliegina dal draft, Austin Rivers, altro talento da sperimentare sui palcoscenici importanti, ma che garantisce personalità ed una promessa in più che la patria del Jazz vuole coltivarsi in casa, per ritrovarsi a gustarne i frutti. Non un play puro, piuttosto una guardia che giocherà play, ma uno che può fare questo salto conoscendo comunque il ruolo ed essendo uno che lavora sodo, epiteto ereditato da scuola paterna.

Una squadra tutta da mettere insieme e da seguire ma che promette bene, anche grazie all'innesto di Ryan Anderson che dovrà confermare di valere anche senza l'apri-aree che aveva al suo fianco lo scorso anno, tale Dwight Howard. Anderson che sembra il profilo perfetto come completamento a Davis: giocatore che tira da fuori, predilige lo scarico con il tiro piuttosto che la giocata di potenza dentro l'area, più attaccante che difensore, più tecnico che atletico, al contrario di "monociglio" che invece è il classico giocatore che sotto le plance fa la differenza, che ha fisico ed atletismo esplosivi, che fa della fase difensiva un suo punto forte e che può cambiare la partita anche non incidendo offensivamente. Entrambi però sanno correre lungo il campo, questo aspetto non mancherà di trovare conferma quando i due saranno insieme sul parquet con Davis centro e Anderson ala forte. E' probabile che a lungo andare con più massa e forza in corpo, l'ex Kentucky giocherà cospicui minuti da centro, ma non sfruttare la sua velocità da principio come ala grande sarebbe un delitto, quindi è possibile che gli Hornets prendano un centro muscolare in questa sessione di mercato.


Davis potrebbe avere l'impatto che ebbe Griffin nella sua prima stagione NBA. Non si parla delle giocate senza frontiere degne da highlights (anche se anche Davis ne farà in quantità), e non si parla di essere un realizzatore-rimbalzista già tra i migliori sin dall'arrivo, quello probabilmente no, ma si parla di quell'impatto che cambia il volto al team donandogli alcune caratteristiche che gli servono per migliorare sostanzialmente in qualità di gioco e risultati.
NOLA ha gettato delle solide basi e rifinirà il progetto, ma sarà come sempre solo il campo a decretare se le aspettative corrisponderanno alla realtà dei fatti.
Intanto si aspettano notizie dal futuro del Beli, che forse potrebbe non far parte di questa nuova evoluzione di quelli della Louisiana.

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