Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA

sabato 31 marzo 2012

Kevin Love come Dennis Rodman

Una grandissima stagione per Kevin Love, una stagione che lo vuole nominabile per l'MVP senza remore alcuno (il record di squadra però lo penalizza). Cresciuto notevolmente di anno in anno, il lungo dei T-Wolves sta letteralmente dominando le aree e non solo.


Tanta grinta, propensione al rimbalzo, capacità di posizionamento sotto i tabelloni fuori dal comune e soprattutto quella impercettibile abilità di leggere le traiettorie per muoversi al momento giusto, sono le prime caratteristiche che si possono vedere in Love e che rispecchiano qualcuno del passato. Ma soprattutto a reggere un iniziale paragone dalle tante sfaccettature con Dennis Rodman c'è la voglia di spendere il massimo in ogni azione, avventarsi con veemenza su palle vaganti ed anche rimbalzi che sembrano non alla portata,  quell'istinto che non si insegna e la combattività che non tutti hanno.
Rodman di prendere i rimbalzi ne ha fatto un'arte, Love di sicuro è forse il più vicino ad "imitarlo".


Mai risparmiarsi e credere sempre in se stessi al massimo. Le parole che più di tutte le altre dette da suo padre, gli sono rimaste dentro.


Love fin dal suo arrivo in NBA ha dato sfoggio di sicurezza e voglia di migliorarsi.
Rispetto a Rodman non ha la "pazzia" ma neanche il suo lavoro difensivo al limite dell'incredibile con quelle piccolezze che non sono sulle statistiche ma che fanno vincere le partite. In compenso però alla difesa comunque non malaccio, è sensibilmente un attaccante largamente superiore, se non altro perchè al suo arco ha molte più frecce compreso quel tiro da tre che lo ha condotto a vincere la gara di specialità di quest'anno e soprattutto lo ha condotto più di una volta a responsabilizzarsi quale shooter da ultimo tiro. Poi per quanto riguarda gli intangibles Love ha dichiarato di voler lavorare per portare gli altri a segnare grazie a suoi tagli o blocchi e non solo. Ha cominciato già a farlo e migliorerà ancora.


Love in squadra non ha di certo Jordan e Pippen (se prendiamo a riferimento il Dennis dei Bulls), e quindi il leader indiscusso vuole e deve essere lui, con Rubio che al ritorno sarà di sicuro la miglior spalla possibile.
La sua capacità di incidere sia sotto i tabelloni che offensivamente in vari modi coincide con il suo status di giocatore praticamente completo per il ruolo. 


Il bello è che stesso lui sa che può migliorare e non si accontenta mai. Questa è la mentalità del campione, mai sazio nonostante sappia di essere tra i migliori anzi forse il migliore al momento nel ruolo.

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