Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA

lunedì 6 febbraio 2012

L'effetto mass mediatico di New York: un giorno e migliaia di magliette vendute

Quando giochi nella Grande Mela l'esposizione mass mediatica è ai massimi livelli. Tutto è analizzato al dettaglio, ogni problematica esaltata, ogni scoperta ancor di più. I giudizi fioccano e le aspettative sono sempre altissime.
La pazienza in teoria non c'è, ma nasce solo se c'è qualcosa in cui si creda sia giusto pazientare.


La marea di sconfitte arrivate in questa prima parte di stagione per i Knicks hanno concentrato ancora più il fuoco delle critiche e l'analisi su cosa non vada. Anche noi in uno degli ultimi post abbiamo richiamato le problematiche (http://airofnba.blogspot.com/2012/01/i-problemi-dei-new-york-knicks.html). 


Sulla gogna mediatica è finito, come è solito in molti sport, il coach, reo di non dare quel qualcosa in più ad una squadra comunque ricca di talento come quella newyorkese.
Ma il punto focale riconosciuto alla pari delle colpe dell'allenatore è senza dubbio la mancanza di geometrie in attacco (oltre alla difesa che però è un problema strutturale e mentale su cui bisogna solo riuscire a lavorare).


E' per questo che con solo un partita alle spalle di peraltro grande exploit, i giornali sportivi e non solo hanno già riconosciuto in Jeremy Lin una valvola su cui riporre un barlume di speranza per armonizzare il team.

Il ragazzo da Harvard ha impressionato per la sua intelligenza su di un campo da gioco e doti buone da playmaker.
E' una cosa esagerata porgerlo su un piedistallo per un singolo incontro andato bene  peraltro contro i Nets, squadra che veleggia sulla bassa classifica e ripone nel mercato più che in casa le vere speranze per ritornare ad emergere.


Ma come detto Lin non solo gioca a New York, ma i tifosi hanno bisogno di qualcosa per "pazientare". 
Lin è un giocatore dalle buoni mani, istinti da regista puro per il controllo e la gestione dei possessi, ma a parte le sue più che buone qualità deve dimostrare anche solo il peso di reggere il peso di quello che gli sta accadendo intorno.


I compagni lo amano perchè preferisce quando possibile cercare di lanciare direttamente un assist, ma anche la società spinge per questo effetto (che sperano non sia un fuoco di paglia) non solo per il contributo che in tutti pregano di avere, ma anche per il merchandising che apre uno spiraglio a una marea di introiti quantomeno inaspettati.


Le magliette sono andate a ruba, si spera in quel di New York che non vengano riposte nel cassetto perchè significa che il giovane play sta aprendosi un varco nella NBA con costanza e non con solo una sporadica giornate di gloria.

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1 commento:

  1. Anonimo8.2.12

    Bello vedere come NY vinca senza Anthony e Stoudemire, contro Utah.

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