Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA

martedì 20 dicembre 2011

Uno sguardo verso i Los Angeles Clippers

Questa notte c'è stata la prima dei Clippers in questa stagione (seppur trattavasi di una partita di preseason e dunque va presa per il giusto peso che ha). 
Nessuna occasione migliore di questa allora, per guardare in casa Clippers ed analizzare quella che è la franchigia più chiaccherata del momento. L'altra squadra di Los Angeles, che, visto i recenti cambiamenti, difficilmente verrà ancora additata in futuro come il lato perdente di L.A nella NBA.


Al di là della vittoria nel "derby" contro i Lakers, si sono viste alcune cose decisamente interessanti. Incominciando dallo starting five. 
La prima cosa da sottolineare, e da tenere sott'occhio, è la volontà di partire con due playmaker in campo.


Esattamente l'esperimento che Minnesota voleva proporre quando scelse Rubio e Flynn al draft, esperimento che non si provò neppure per la nota questione Rubio. 
Una situazione da tener d'occhio dunque, per vedere quanto l'esperimento riuscirà. Le credenziali ci sono perchè Billups e Paul sono due play eccezionali ed imprevedibili e tra l'altro anche finalizzatori sia nel mid-shoot che sul perimetro, quindi le difese non potranno schierarsi battezzando il tiro di uno dei due né tantomeno difendere conoscendo chi dei due costruirà gioco in un'azione o nell'altra (tra l'altro non sarebbe neanche facilissimo se lo si conoscesse perché sanno trattare "discretamente" la palla). 


Inoltre da questa parte di Los Angeles, hanno saputo organizzare un quintetto con un mix di giovani con potenzialità (DeAndre Jordan), di veterani che sanno come affrontare le partite che contano ed i finali tirati di gara nonchè essere preziosi per i giovani (Billups e Butler) e stelle (Griffin e Paul, anche Billups se è in forma). Una giusta dose di tutto quello che serve, quello che sembra mancare è solo crescere in consapevolezza che si può fare molto bene se le alchimie cresceranno. 


A proposito di alchimie, Paul sembra già essere entrato in sintonia con Jordan e Griffin. Probabile una chiusura in tranquilla doppia cifra di media per il centrone, che sembra si stia già preparando ad esplodere come fece Chandler quando arrivò Paul (e già sta cominciando a saltellare qua e là per gli alley-oop). 
Comunque non si tratta solo di alley-oop, ma ci aspettiamo pick 'n roll sistematici (dunque ben lungi dall'essere usati col contagocce), vista la mobilità dei due lunghi ed un Billups in spolvero da oltre l'arco, dati i raddoppi che fioccheranno su Griffin. 
Quest'ultimo, senza soffermarci più di tanto su di lui (e non è poco), lo si attende ad ancora più significanti cifre. Non avrà più praticamente tutti i palloni tra le mani, ma con due play in campo dovrebbe anche trovare tantissimi tiri più comodi ed evitare eccessive conclusioni con la difesa addosso, insomma trovarsi in una situazione in cui la sua selezione dei tiri migliorerà sensibilmente.


Per chiudere il capitolo di tutto quello che c'è di buono nel team, rimane la panchina. Mo Williams se giocherà come il suo talento ha fatto già vedere, potrà ritargliarsi un ruolo importantissimo di sesto uomo e, insieme a Randy Foye, completare un backcourt che non sembra niente male in termini di pericolosità nella fase realizzativa. 
Tra l'altro c'è anche Eric Bledsoe.


Proprio per questa eccessività nel comparto si attende ancora qualcosa nel mercato. 
Infatti i Clippers sembrano carenti principalmente in due punti (tralasciando la ricerca completa di schemi ed alchimie prima accennate che dovrebbero meccanizzarsi col tempo): uno già detto, ovvero quello di far scattare nella mentalità della squadra che si può andare anche oltre al semplice traguardo playoff, in poche parole c'è bisogno di saper giocare in post season, di conoscerla (e qui dovranno essere bravi Billups e Paul ad insegnarlo). Un particolare che i Thunder negli scorsi anni hanno conosciuto molto bene. 
Il secondo punto è la leggerezza nel ricambio delle ali/centro. Ryan Gomes e Brian Cook non possono rappresentare gli unici ricambi, soprattutto nel caso in cui Griffin e Jordan dovessero caricarsi di falli e stare troppo tempo a scaldare la panchina. Quindi quello che si attende è una firma di qualche lungo al minimo salariale od una trade che coinvolga o Bledsoe o Foye (o qualche altra guardia, anche se le più scambiabili sembrano loro due) in cambio di un veterano che agisca sotto le plance.  

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