
Con una sign and trade che ha portato Brandon Knight a fare il viaggio opposto in compagnia di Kravtsov e Middleton, Jennings ha firmato un triennale da $24 milioni di dollari complessivi. Una buonissima mossa dei Pistons che riformano così una coppia che in passato aveva già giocato insieme nel vecchio continente, tale Datome-Jennings che avevano giocato per un periodo insieme a Roma.
Con l'arrivo di Jennings, il buon Knight sarebbe stato chiuso, senza poter più dimostrare le sue buone capacità con continuità. Nel contempo il buon gruppetto di guardie dei Pistons poteva permettersi di perdere un pezzo e quindi il sacrificio del giovane play è stato quantomeno giusto, considerando che così si sono potuti accelerare i tempi evitando magari inserimenti improvvisi di altre franchigie.
Ora Detroit si ritrova con una buonissima squadra, composta per la maggiore da giovani che hanno comunque già lasciato intravedere le proprie ottime doti, e può pensare a fare la scrematura già nel prossimo campionato, quando vedrà quali giocatori tra i tanti buoni in roster possano far parte dell'ossatura del team e quanti invece deludendo le aspettative debbano fare le valigie. Per ora un pacchetto guardie composto dall'ultimo innesto Jennings, il veterano Billups, il nuovo arrivato dal draft Caldwell-Pope, il sempre buono Stuckey con forse Will Bynum e Peyton Siva, è una buona copertura delle retrovie da affiancare ai buonissimi giocatori che compongono l'asse ali-centro. Drummond e Monroe sono il principale duo in cui si ripongono speranze per il futuro e magari per il presente, un oggi che vede però prima di tutti il versatile e gran difensore Josh Smith. Da affiancare a questi tre nomi, l'ala piccola italiana Gigi Datome, pronto a dimostrare il suo valore anche oltre oceano, e poi Jerebko, Kyle Singler, Villanueva e il rookie Tony Mitchell. Come detto una buonissima base per selezionare chi potrà restare e chi no per il progetto Pistons.
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