Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA

martedì 16 aprile 2013

Ancora Lakers vs Jazz, la ricetta dei Thunder, James e Curry da record...Settimana NBA da 1 a 10: Week 24

I fatti, i momenti, gli eventi, gli aneddoti che si verificano in una settimana di NBA sono tantissimi ma alcuni di loro sono più significativi o più singolari di altri, quelli che possono da soli rappresentare in sintesi quanto è accaduto in quei giorni. Terminata anche la ventiquattresima settimana di Regular Season, si torna con la settimana NBA da 1 a 10, più una variabile jolly a seconda di quello che succederà nei 7 giorni.

1 la partita che manca sia ai Lakers che ai Jazz per concludere la loro Regular Season. Una partita sola ma che vale una stagione intera. Infatti da come si evolveranno le loro gare si potrà capire chi potrà andare a giocarsi o meno i playoff. Una notte quattro scenari. Se vincono i Lakers e i Jazz perdono, ovviamente passa il team di D’Antoni, se vincono sia Lakers che Jazz, passano i californiani in virtù di una gara in più vinta. Se perdono entrambe passano ancora quelli di L.A., se Los Angeles perdesse ed i Jazz vincessero allora i due team pareggeranno e passerebbe Utah in virtù dei migliori risultati negli scontri diretti.

Due le volte in cui New York è riuscita a superare quota 50 W in Regular Season negli anni 2000. L’ultima volta che successe era la stagione 1999-2000. I Knicks quest’anno hanno macinato gioco, spinti dalla vena realizzativa di Anthony e JR Smith su tutti e da un difesa migliorata grazie alla “guida” di Chandler in campo e a semplici ma efficaci dettami di Woodson. Lungi dalla perfezione, prima della sconfitta contro i spacca serie Bulls, vantavano anche tredici W consecutive. Ora è il momento di guardare la post season dopo essersi ripresi il comando dell’Atlantic Division dopo 19 anni.

Tre i big degli Heat fuori dalla gara contro i Cavs. Oltre ai tre hanno riposato anche Battier, Haslem e Chalmers. Seppur questo snellimento nella formazione, Miami ha battuto lo stesso Cleveland. Dalle parti dell’Ohio è da un pezzo che il sogno è solo il draft. Di nuovo a letto a sognare allora, che fino a giugno manca ancora un pò. Aprile dolce dormire.

Quattro salti nella padella W. Prendi i Jazz, i Warriors, i Trail Blazers e i Kings, ora mischiali tutti e fanne una poltiglia. Otterrai il primo posto nel ranking della Western Conference. Parola di Ibaka-Westbrook e Durant.

Cinque giorni. Si contano sulle dita di una mano le giornate che ci separano dall’inizio della post season. Il countdown sta finendo.

Sei i premi più importanti che è il momento di assegnare, visto che la RS è oramai terminata: MVP, MIP, Defensive player of the year, coach of the year, Sixth Man ed il Rookie of the Year. Aria Di NBA nei prossimi giorni esprimerà le sue opinioni. Stay Tuned.

Sette punti soli i Trail Blazers sono riusciti a mettere a referto nel terzo quarto contro OKC. La squadra stava reggendo bene il confronto contro i forti Thunder ma nel terzo periodo si è spenta (merito anche di quelli dell’Oklahoma) lasciando agli avversari campo libero per una vittoria più facile del previsto. Non una grande stagione quella di Portland, anzi, e per la serie “chiudere in bruttezza”, in questo finale di stagione si sta vivendo anche il periodo peggiore dell’anno con 11 sconfitte consecutive, maturate più che altro da una difesa che non riesce a limitare le alte percentuali di realizzazione degli avversari, basti considerare che negli ultimi 9 incontri 8 volte la squadra opponente ai Blazers ha realizzato sopra il 50% dei propri tiri…

Otto le stagioni in cui LeBron James ha segnato almeno 2000 punti, sulle 9 passate in NBA (l’unica in cui non ci è riuscito è la stagione “menomata” vittima del lockout). A fronte di questa statistica LeBron infrange l’ennesimo record, ovvero essere il più giovane di sempre a segnare per 8 Regular Season almeno 2000 punti. Lo ha fatto entro i 30 anni, età a cui aveva settato l’asticella uno a caso, Michael Jordan. E’ giusto ricordare che Jordan è entrato nella NBA dopo aver frequentato il college quindi il record in relazione all’età perde un po’ di significato, ma non sminuisce di certo lo straordinario talento di James che comunque fin dal suo arrivo in NBA ha trovato la “maturità” per segnare tanto, non una cosa proprio da tutti.

Nove le triple che mancavano a Stephen Curry prima della partita contro gli Spurs per entrare nei record come il giocatore ad aver infilato più tiri da tre punti in una singola stagione nella storia della NBA. Ora gliene mancano due visto che ne ha infilate sette (!) nella sfida con i texani. Il record per ora appartiene a Ray Allen che ha segnato 269 conclusioni da oltre l’arco nella stagione 2005/2006 e quindi Curry con 8 bombe eguaglierebbe suddetto primato, ma con 9 diverrebbe primo in solitaria (difatti Curry è a quota 261). Manca una gara, quella con i Trail Blazers, con la quale provare a scalzare il micidiale tiratore ad oggi in forza agli Heat o almeno per spodestare il secondo classificato Dennis Scott a quota 267 (stagione ’95-’96).
 
Dieci alla scelta della NBA di non far giocare Indiana-Boston e nel decidere che per una volta le due formazioni si fermeranno a 81 gare e non a 82, per via della scelta di non farla neanche recuperare quella partita, visto che alla fine non cambierebbe praticamente niente negli scenari per i playoff. Ovviamente il motivo è per i gravi e bruttissimi fatti accaduti a Boston.

Numero jolly: 20 vittorie e 61 sconfitte, questo il bottino del duo Charlotte-Orlando che di partita forse ne stanno giocando un’altra, quella di non essere la squadra peggiore di quest’anno... O forse no? O forse in realtà entrambe vogliono arrivare ultime per quel geniale meccanismo del draft. D’altronde al sorteggio della scelta, chi peggio arriva meglio alloggia… 


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