Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA

martedì 18 giugno 2013

Il primo match point: Gli Spurs conducono 3 a 2 la serie

Il mese di giugno porta con sé sempre e comunque notizie di mercato, continui aggiornamenti sui nuovi prospetti pronti o meno al salto in NBA, ma soprattutto è portatore di quello che è l'evento principale di una stagione NBA, le Finals. A prescindere dal tifo o dalle grandi attese attorno ai progetti futuri delle 28 squadre escluse, l'oggettivo interesse catalizzatore è senz'altro vedere la serie finale, quella che stabilisce il vincitore dell'annata NBA.


Complice in primis il lavoro tattico di Popovich, e in secondo luogo (anche se correlato al primo) la capacità degli Spurs di coinvolgere in modo esemplare non solo le stelle ma un pò tutti anche in attacco, San Antonio si è portata ad una vittoria di distanza dall'obiettivo, parando dinanzi a se comunque un muro da scavalcare da parte degli Heat che ora devono vincerne due consecutive per dimostrare di essere ancora una volta i migliori.


Mai dare nulla per scontato in questa serie, ogni gara può essere una sorpresa ed in ogni incontro ci può essere l'uomo copertina che si distacca dai soliti volti noti. Danny Green e Gary Neal ne sanno qualcosa, ma soprattutto in gara 5 ne sa qualcosa Ginobili, che nel momento del bisogno, quando più importava, si è saputo erigere nuovamente ad un livello di basket molto alto, non propriamente una costante per lui in questi playoff (almeno cifre parlando). I media "rapiti" dai due ritiri eccellenti di Grant Hill e Jason Kidd, si erano affrettati, non sazi, a chiedere anche alla guardia in forza agli Spurs se stesse ponderando l'idea del ritiro, ma lungi dall'averlo pensato, Ginobili ha voluto comunque anche ribadire con la sua grande prestazione di esser fondamentale non solo nel sistema di gioco ma anche numericamente. 

Miami dal canto suo invece, ha ritrovato la compattezza del trio base che sorregge il team ed ora più che altro deve cercare la massima determinazione a livello mentale anche se, come successo, vede arrivare una pioggia dal cielo che di fantozziana memoria sembra essere concentrata nel proprio canestro con fin troppa precisione. Gli Heat non riescono con regolarità a spingere il loro micidiale gioco in velocità grazie all'accortezza tattica del buon Pop di giocare spesso con quattro "piccoli" attorno a Duncan, ma devono sfruttare la superiorità del proprio gioco di penetra e scarica e soprattutto James è chiamato come non mai ad innalzarsi come dominatore assoluto magari giocando ancora di più da lungo quando lo small ball di San Antonio limita lo sfruttamento veloce delle corsie per il contropiede. Sembra quasi scontato dirlo ma James da solo può essere l'ago della bilancia se riuscisse a divenire una costante nel dominare anche sotto le plance.

Tante sono le piccole cose che potrebbero spostare l'ago della bilancia della serie, ed è facile ipotizzare una potenziale gara 7. Gara 5 ha portato seco una statistica particolare che ha visto Miami tirare ben 16 volte in più di San Antonio, le percentuali però hanno fatto la differenza, ma è proprio da qui che si può crescere e portare in Florida gara 7. Comunque se in finale di Conference era Indiana che si rimproverava di reagire nella gara successiva a quelli della Florida, adesso è Miami che deve carpire durante la gara il modo di reagire subito e non si aspettare il dopo gara e le registrazioni. Comunque la si veda, la possibile, non certa, gara 7 sarà a Miami e il fattore campo soprattutto nei playoff è sempre contato...

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1 commento:

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