Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA

mercoledì 5 settembre 2012

La particolare situazione dei Detroit Pistons

C'è chi potrebbe definire la situazione di Detroit semplicemente come uno status di limbo tra l'elevazione/ la crescita e la possibilità di non riuscire mai ad uscire dal mezzo. 
Il riassunto difatti sta proprio qui. Una più che buona squadra sulla carta sia per assortimento che per prospettiva, ma molto difficilmente collocabile ai piani alti tra gli squadroni che albergano nelle zone post primo/secondo turno playoff. Nello stesso contempo un team difficile da migliorare dall'esterno senza stravolgere il roster, a meno che non arrivi però il sostanzioso e sperato scatto dall'interno sia soprattutto in termini di crescita dei talenti in squadra che in termini di gioco, in primis nel girare il pallone e creare assist (nell'ultima stagione non proprio un dato idilliaco quello delle assistenze).


Una squadra che annovera giocatori di buon livello e sicuramente qualche elemento candidato, almeno per potenziale, a divenire futuro all star, ma sostanzialmente ad oggi nessun cambia inerzia. Non si parla di nessuna possibile stella, anzi per Monroe potrebbe essere l'anno giusto, si parla proprio di quel go to guy necessario se non hai un'alchimia di gioco tale da potertelo non permettere.

La giusta speranza è riposta nel frontcourt, con la coppia Drummond-Monroe che se riesce ad amalgamarsi ed esplodere cambierebbe faccia alla franchigia con Maxiell buon backup e il trietto Villanueva-Daye-Jerebko atti ad alternarsi come ali forti tattiche e ali piccole con altezza e capacità di tiro. Il reparto guardie ha in Rodney Stuckey il leader, in Will Bynum un giocatore che ha qualità ma deve trovare una costanza di rendimento e in Knight il giovane dal quale si sta provando a fa fuoriuscire il potenziale che lo porterà ad essere il play del team anche per il futuro. Quest'anno deve dimostrare di essere pronto ad innalzare il suo gioco e sembra che in estate sia cresciuto sia in materia di penetrazione che di capacità di coordinamento della manovra. Per completare il pacchetto guardie probabilmente mancherebbe almeno un tiratore di sicura affidabilità ma forse si vuol provare a portare Singler su quel piano, essendo il giovane un tiratore di striscia anche se con scelte di tiro che al college a volte erano rivedibili. Poi ovviamente c'è il grande veterano Pistons quale Prince, il collante difensivo, uno di quei giocatori che vorresti volentieri in squadra ma che comunque in attacco non ti fa fare il salto di qualità.

La rosa è competitiva, ricca di soluzioni per cambiare in corsa lo stile di gioco, ha delle possibilità e dei margini di crescita generale che grazie ai lunghi possono anche essere notevoli, ma forse quello che manca è proprio la consapevolezza che sarà difficile riuscire a fare quel salto per uscire dal limbo. Da qui quindi passerà il destino a lungo termine di quelli della Motor City, trovare l'ingranaggio interno che sblocchi il sistema e lo porti a funzionare correttamente altrimenti una ricomposizione non graduale di tutti i pezzi sarà la soluzione auspicabile.

Mai come a Detroit la mano del coach sarà fondamentale per indirizzare e spingere veementemente verso il superamento di quella fastidiosa definizione calzante che ben la definisce: è brava si, ma non abbastanza.      

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