Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA

domenica 30 settembre 2012

Il Barclays Center è solo l'inizio: la nuova era dei Brooklyn Nets

Nuova arena. Nuovo logo. Nuovo team. La squadra è ancora possibile di sostanziali modifiche l'anno prossimo (solo con manovre articolate però, il salary è intasatissimo) ma bisogna pensare a quest'anno e al risollevamento ben operato. L'importante aggiunta di elementi di spessore dona alla franchigia le potenzialità oggettive per cominciare a percorrere il cammino sulla retta via, almeno per rilanciarsi e portare i Nets a riprendere a sognare come succedeva 10 anni fa. Manca qualcosa per sentirsi al pari degli squadroni ma la strada intrapresa può portare in alto. 
Aver alzato tanto il contratto di Brook è stata un arma dal duplice colpo. Spinge il giocatore a sentirsi vero punto di riferimento e nello stesso contempo se mai ci dovesse essere il bisogno di cederlo (nuovo assalto ad Howard in futuro?) lascerebbe un grande spazio nel salary cap.

Ma ora Dwight è ai Lakers e potrebbe decidere benissimo di restarci, quindi ai Nets si deve pensare al presente e a quella sperata definitiva esplosione del proprio lungo principale anche in termini di amalgama coi compagni. 
Il gruppo messo insieme quest'estate è di prim'ordine a cominciare dal più importante tassello quale la rifirma di Deron Williams, per passare poi all'acquisizione di un ottimo giocatore quale Joe Johnson, anche se con un contratto esageratamente oneroso che si trascina dietro e che bisogna sobbarcarsi.

Il backcourt con Williams, Johnson e poi il buon Brooks e CJ Watson, è un bel pacchetto assimilabile poi con l'estro di Gerald Wallace ed il duo di lunghi Humphries-Lopez. Dietro dalla panchina Childress, quel rimbalzista affamato di Reggie Evans e Teletovic, senza considerare Andray Blatche, uno che se riesce a limare i suoi limiti caratteriali può essere un'aggiunta preziosissima. 

Di impatto la rotazione dei Nets è veramente di alto livello, con completezza nei reparti e possibilità di crescita di alcuni giovani grazie anche a veterani come Stackhouse che sapranno essere utilissimi nella fase di maturazione del singolo. L'errore di cedere la scelta al draft rimane a parere personale molto grande ma almeno alla fine Wallace è rimasto (a ben donde per il contratto offertogli) e i Nets con lui mantengono in rosa un giocatore duttile, capace anche difensivamente di incidere.  

I difetti son le incognite.
Una credenza diffusa sta nella possibile difficoltà di convivenza delle due guardie titolari, che giocano entrambe molto palla in mano e che sanno creare per se stessi ma anche giocare per la squadra. Ma proprio questa accoppiata di fattori li può rendere ben amalgamati grazie all'imprevedibilità che porteranno. La verità è che l'importante sarà rispettare il proprio ruolo in campo nelle varie situazioni di gioco e il duo-trio (con Wallace) potrebbe essere devastante.

La stagione però a prescindere passa da Brook Lopez e dall'apporto della panchina. Il ragazzo ha capacità per sfondare e salire ulteriormente di livello. Non è un rimbalzista puro e per questo la vicinanza dello strapagato Humphries gli potrebbe essere utile, così come l'avvicendamento di quest'ultimo con quell'animale d'area di Evans. Giocare con vicino due ottimi elementi da cattura palloni è la soluzione più giusta per aiutare a fargli esprimere il suo tipo di gioco e la sue capacità tecniche anche a partire dal post basso. E poi, si deve sperare che sia finito l'accanimento degli infortuni su di lui.

I panchinari invece dovranno saper mantenere il ritmo, garantendo qualità e mettendo pressione ai titolari in allenamento. La squadra è da sicuri playoff (potenziali semifinali di Conference) ma solo durante l'anno si potrà capire realmente quale sarà il massimo di scalata a cui può ambire. 

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