Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA

domenica 3 marzo 2013

La notte dei record, Bryant e l'amnistia, Curry all' MSG...Settimana NBA da 1 a 10: Week 18


I fatti, i momenti, gli eventi, gli aneddoti che si verificano in una settimana di NBA sono tantissimi ma alcuni di loro sono più significativi o più singolari di altri, quelli che possono da soli rappresentare in sintesi quanto è accaduto in quei giorni. Terminata anche la diciottesima settimana di Regular Season, si torna con la settimana NBA da 1 a 10, più una variabile jolly a seconda di quello che succederà nei 7 giorni.

 parte della magica notte del 28 Febbraio (orario italiano, sera del 27 in America). A livello di prestazioni ed eventi è stata sicuramente la migliore nottata della stagione 2012/2013. Così tante cose che racchiuderle in un solo punto è davvero riduttivo ed esalta poco ogni prestazione. Per iniziare, uno è anche il solo punto segnato dagli Spurs in tutto l’O.T. contro i Suns, che è costato ai texani la L ovviamente, era difficile fare meno di un punto... E’ stata poi la notte dei record personali a rimbalzo. Sia Omer Asik che Tyson Chandler hanno aggiornato i loro career high, rispettivamente con 22 e 28 carambole prese in una singola gara. Ed è solo l’inizio di questa lunga nottata…

2ª parte della magica notte del 28 Febbraio. Dopo i rimbalzi personali, altre due statistiche sono state aggiornate: Brandon Knight ha messo a referto 32 punti nella partita contro i Wizards, segnando il suo personale career high in termini di punti. Dalle parti del Tennessee intanto, Memphis ha recuperato un gap di 25 punti contro i Mavericks ed è andata a vincere la partita. Con questo recupero il team ha settato il nuovo record franchigia. E non è ancora finita, anzi…

3ª parte della magica notte del 28 Febbraio. Tre sono anche le triple doppie di Kevin Durant in carriera, fatte tutte in questa stagione. In particolare ci ha preso gusto ultimamente firmandone due nell’arco di quattro gare. Ovviamente una anche nella notte del 28. 18 punti 11 rimbalzi e 10 assist, il tutto giocando solamente 27 minuti (!). Non si sono fatti mancare nulla neanche in quel di Houston, nella gara contro i Bucks. Infatti Ellis ha zittito tutti gli spalti facendo vincere i suoi con un buzzer beater da una posizione proibitiva tirando anche in torsione. E manca ancora un’ultima parte, che ritroveremo fra un po’, quella più risaltante tra tutte…

Quattro le settimane che dovrà stare fuori Tony Parker dopo aver rimediato una distorsione alla caviglia sinistra nella partita contro i Kings. Dovrebbe tornare appena in tempo per riprendere la forma in qualche partita di RS prima che inizino i playoff. Anche un altro giocatore si è infortunato..o meglio non hai smesso di esserlo: Andrew Bynum. Stava per tornare e si è risentito di nuovo dei fastidi al ginocchio destro. Si sta pensando di operarlo nuovamente. Considerando che l’obiettivo playoff è di difficile attuazione, sarebbe anche sensatissima come scelta. Basta che poi finisca una volta per tutte… 

Cinque le sconfitte consecutive dei Bobcats. Uno dei tanti motivi per cui Charlotte stenta moltissimo ce lo offre in gentile concessione Utah. Nella partita contro i Jazz infatti, quest’ultimi hanno preso 62 rimbalzi complessivi mentre i Bobcats soli 24 (!).. Ad un certo punto del terzo quarto il solo Kanter aveva racimolato 17 rimbalzi, tanti quanti ne aveva presi tutta la squadra di Charlotte fino a quel momento …

Sei politico agli sfortunatissimi Timberwolves. Nella partita contro Portland (giornata speciale per Brandon Roy che si è preso una grande standing ovation dai suoi “ex supporter”) Minny ha fatto ben capire perché quest’anno per loro è andato tutto diversamente da come ci si aspettava che andasse. I minuti in campo si sono dovuti gestire fra Gelabale, Chris Johnson e Stiemsma che con tutto il rispetto sono decisamente seconde linee da pochi minuti in campo. Questo perché Kirilenko, Love e Pekovic si sono andati ad aggiungere al sopracitato Roy tra le indisponibilità, ancora una volta. Senza dimenticare che Rubio invece è tornato da poco ma che non è stato esente da acciacchi durante l’anno. Paradossale che questo discorso venga fatto proprio contro i Blazers, i numeri uno degli ultimi anni riguardo questo problema.  

Sette le lettere che compongono il cognome del compianto Guy Rodgers. Lo ha ricordato Noah. Infatti il centro ha fatto registrare una tripla doppia da 23 punti 21 rimbalzi e 11 stoppate (record carriera di blocks); non succedeva dal 1966 che a Chicago si facesse una tripla doppia con almeno 20 in due categorie sulle tre che formano una tripla doppia. A riuscirci fu proprio Rodgers.

Otto alla reazione di Bryant alla “provocazione” di  Cuban. L’owner dei Mavs aveva espresso un suo pensiero senza mandarle a dire, come è sua consuetudine. Ha tranquillamente palesato l’idea che L.A. l’anno prossimo avrebbe amnistiato Bryant per togliersi dal groppone del salary quei $30 milioni di dollari che Mr.81 andrà a guadagnare l’anno venturo. Il ragionamento può avere una logica qualora non si parli di Kobe e dei Lakers, altrimenti rischia di assume i connotati dell’impossibilità per quello che Bryant rappresenta e che soprattutto rappresenta per Los Angeles. Kobe senza mezzi termini ha risposto sul campo trascinando i suoi alla W contro i Mavs con 38 punti 12 rimbalzi e 7 assist. Dopodichè su twitter ha solo aggiunto “AMNESTY THAT” . Per il “classicissimo” passare… dai fatti alle parole.  

Nove settimane circa è durata la decisione di Fisher di lasciare l’NBA per stare più vicino alla famiglia, lasciando così Dallas in itinere. La voglia del parquet e la chiamata dei Thunder però sono state troppo forti per tappargli le ali ed in questi giorni il play ex Mavs ha segnato con il team di Durant. Tutto tranquillo se non fosse che giustamente Cuban e soci si sono molti innervositi riguardo la vicenda, visto che hanno espresso il loro disappunto sul fatto che Fish non li abbia sentiti, in vista di un suo ritorno. Non ci vuole una scienza per capire che Fish voglia rituffarsi in acque che gli consentano di poter nuotare fino alla corrente chiamata Finale NBA.

Dieci alla quarta ed ultima parte della notte del 28 Febbraio. Interamente dedicata a quello che ha fatto il folletto Stephen Curry. Il play dei Warriors ha messo a segno una prestazione memorabile nell’arena più famosa del mondo: il Madison Square Garden. Ha scollinato quota 50 punti al Madison, mettendone a segno 54, una prestazione che solo due giocatori hanno saputo superare nella storia, tale Michael Jordan (55) e tale Kobe Bryant (61). Di particolare rilevanza il fatto che non sono bastati per vincere, visto che il resto della squadra ha prodotto complessivamente meno punti di lui da solo. 54 dei 105 punti finali infatti, sono di Curry, mentre il resto del team ne ha fatti 51. La prestazione sensazionale è arrivata soprattutto grazie alle 11 triple su 13 tentativi di Stephen. Record franchigia. 

Numero jolly: 21 punti in 22 minuti per Salmons contro i Magic, in una delle pochissime giornate in cui lui e i Kings hanno giocato abbastanza bene. Dopo tante partite altalenanti (non a caso la volta successiva ha messo a referto soli 3 punti) la notte dei record del 28 Febbraio ha aiutato anche lui. Salmons per una volta è andato controcorrente.


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