
Ed è questo quello che hanno scelto di fare i Sixers.
Ripartire da capo azzerando, avendo il coraggio di sacrificare pedine
importantissime e di gran valore per poter provare a ricominciare da un nuovo
anno zero.
Con Bynum che non ha mai calcato il parquet quando era a
Philadephia, poteva essere soluzione immediata provare a rifirmarlo per
testarlo nel progetto 76ers, ma il nuovo GM, tale Sam Hinkie, ha scelto la
tabula rasa, ovvero l’opzione più dura ma che può portare a grandi
soddisfazioni se ben orchestrata. Aver ceduto Jrue Holiday poi, è stato il
fendente decisivo che ha tagliato i ponti con i vecchi 76ers per affacciarsi al
nuovo totale cambiamento. Essere la pedina
più appetibile ed avere un contratto di una certa rilevanza economica sono
stati i due fattori che hanno portato alla cessione dell’ottimo Holiday.
Una franchigia che difatto riparte da Evan Turner, da
Nerlens Noel, da molto probabilmente Thaddeus Young (anche se il suo contratto
e le idee di Hinkie non collimano) e da Michael Carter-Williams, un terzetto/quartetto
destinato ad essere l’inizio dello zoccolo duro del team completato dai
potenziali nuovi giovani che arriveranno nel prossimo ricco draft e forse ma
sottolineamo il forse, insieme alle due incognite Royce White e Arnett Moultrie.
Giovani e non giovane dalle belle
speranze, perché a Phila le cose si sta provando a programmarle per bene e
quindi la possibilità che l’anno prossimo il draft abbia per protagonista “la
città dell’amore fraterno” è ben più di una ipotesi. Intanto se gli Hornets non
rientrassero nelle prime cinque posizioni di scelta nel 2014, Philadelphia
avrebbe già un'altra potenziale pick al primo giro oltre la propria.
Hinkie da quando è arrivato non si è certo seduto sugli
allori e scartando i possibili acquisti con zavorre contrattuali, si è
ritrovato a gestire una situazione insolita, ovvero l’essere sotto il livello
consentito di salario minimo che una franchigia deve pagare verso i giocatori,
ovvero la soglia di $52,8 milioni di dollari circa. Il team per ora spende
attorno ai $45 milioni e questo significa una sola cosa: grande potere
contrattuale per i prossimi anni se queste “rimanenze” saranno affidate
quest’anno a contratti onerosi in scadenza che arriveranno in manovre di
mercato da creare ad hoc. Già è facile ipotizzare, un contratto come quello di
Brown di “soli” $3 milioni, spedito da qualche parte per un contratto più
pesante e sicuramente anche una scelta magari non alta ma buona, come contorno.
A tutto ciò va aggiunto che ci sono un
paio di giocatori in scadenza che lasceranno ancor più margine di manovra
quando sarà il momento di rifirmare qualche giovane che si spera per loro sia
divenuto una certezza.
Almeno per quest’anno la vita non sarà facilissima in casa
Sixers (sarà ottimo riuscire a trovare un allenatore capace di lavorare bene
coi giovani o che sappia creare un’identità di gioco, sarà Brett Brown?) ma se
le cose verranno fatte bene tanto quanto c’è la possibilità di farle, e al
draft del prossimo anno con la scelta alta che si avrà si prendesse una stella,
assisteremo molto probabilmente ad un nuovo caso Oklahoma City, che non sarebbe
malaccio…
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