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lunedì 12 agosto 2013

E' partita la ricostruzione dei 76ers, sarà la volta buona?


Tante, anzi tantissime squadre, si ritrovano con un buon team ma che non riesce a scalare quel gradino in più che serve per vincere o per lo meno per arrivare in fondo. Tutti questi team si ritrovano forse in una delle situazioni più scomode che la NBA possa proporre ovvero quello stallo in cui non puoi affidarti ad un nuovo progetto ma bensì solo cercare di migliorare la squadra quel tanto che basta, magari però molto spesso senza avere scelte al draft o salary cap che ti permetta il free agent giusto. In questa situazione di impasse molti club dovrebbero fermarsi un attimo a riflettere se sia il caso o meno di avere il coraggio di cambiare tutto e ripartire da capo, ricostruendo su fondamenta più solide che possano essere una forte base di crescita. Ricorrere alle giovani promesse, alle scelte del draft, alla liberazione del salary cap per attrarre free agent è sicuramente una delle migliori soluzioni percorribili per riniziare.

Ed è questo quello che hanno scelto di fare i Sixers. 

Ripartire da capo azzerando, avendo il coraggio di sacrificare pedine importantissime e di gran valore per poter provare a ricominciare da un nuovo anno zero.
Con Bynum che non ha mai calcato il parquet quando era a Philadephia, poteva essere soluzione immediata provare a rifirmarlo per testarlo nel progetto 76ers, ma il nuovo GM, tale Sam Hinkie, ha scelto la tabula rasa, ovvero l’opzione più dura ma che può portare a grandi soddisfazioni se ben orchestrata. Aver ceduto Jrue Holiday poi, è stato il fendente decisivo che ha tagliato i ponti con i vecchi 76ers per affacciarsi al nuovo totale cambiamento.  Essere la pedina più appetibile ed avere un contratto di una certa rilevanza economica sono stati i due fattori che hanno portato alla cessione dell’ottimo Holiday.

Una franchigia che difatto riparte da Evan Turner, da Nerlens Noel, da molto probabilmente Thaddeus Young (anche se il suo contratto e le idee di Hinkie non collimano) e da Michael Carter-Williams, un terzetto/quartetto destinato ad essere l’inizio dello zoccolo duro del team completato dai potenziali nuovi giovani che arriveranno nel prossimo ricco draft e forse ma sottolineamo il forse, insieme alle due incognite Royce White e Arnett Moultrie. Giovani e non giovane dalle belle speranze, perché a Phila le cose si sta provando a programmarle per bene e quindi la possibilità che l’anno prossimo il draft abbia per protagonista “la città dell’amore fraterno” è ben più di una ipotesi. Intanto se gli Hornets non rientrassero nelle prime cinque posizioni di scelta nel 2014, Philadelphia avrebbe già un'altra potenziale pick al primo giro oltre la propria.

Hinkie da quando è arrivato non si è certo seduto sugli allori e scartando i possibili acquisti con zavorre contrattuali, si è ritrovato a gestire una situazione insolita, ovvero l’essere sotto il livello consentito di salario minimo che una franchigia deve pagare verso i giocatori, ovvero la soglia di $52,8 milioni di dollari circa. Il team per ora spende attorno ai $45 milioni e questo significa una sola cosa: grande potere contrattuale per i prossimi anni se queste “rimanenze” saranno affidate quest’anno a contratti onerosi in scadenza che arriveranno in manovre di mercato da creare ad hoc. Già è facile ipotizzare, un contratto come quello di Brown di “soli” $3 milioni, spedito da qualche parte per un contratto più pesante e sicuramente anche una scelta magari non alta ma buona, come contorno.  A tutto ciò va aggiunto che ci sono un paio di giocatori in scadenza che lasceranno ancor più margine di manovra quando sarà il momento di rifirmare qualche giovane che si spera per loro sia divenuto una certezza.

Almeno per quest’anno la vita non sarà facilissima in casa Sixers (sarà ottimo riuscire a trovare un allenatore capace di lavorare bene coi giovani o che sappia creare un’identità di gioco, sarà Brett Brown?) ma se le cose verranno fatte bene tanto quanto c’è la possibilità di farle, e al draft del prossimo anno con la scelta alta che si avrà si prendesse una stella, assisteremo molto probabilmente ad un nuovo caso Oklahoma City, che non sarebbe malaccio…



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