Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA

domenica 28 ottobre 2012

James Harden agli Houston Rockets


Tenerli entrambi a cifre altissime era molto difficile, veramente molto. Lo sforzo economico era ingente e alla fine si è arrivati all’inevitabile. Quando Serge Ibaka firmò quel bel e pesante contratto, i primi pensieri andarono subito a James Harden e sulla capacità di Oklahoma di poter maxare il contratto della fortissima guardia. Nonostante gli svariati tentativi, la voglia di entrambe le parti di accordarsi e nonostante Harden accettasse anche il ruolo di sesto uomo cambia partita, alla fine la questione monetaria ha inciso, come da molti pronosticato. 
E’ di poche ore fa infatti, la pazzesca notizia che il “Barba” non giocherà più per i Thunder ma bensì per Houston. 

Quando si è arrivati alla conclusione che sarebbe stato praticamente impossibile tenere economicamente Harden, Sam Presti ha fatto una scelta intelligentissima: scambiare subito il giocatore cosicché la squadra abbia tempo per assimilare la perdita ed inserire i nuovi innesti. In più la scelta è stata saggia perché così non ci dovrà portare dietro la telenovela Harden fino almeno a Febbraio, cosa che magari avrebbe anche influito psicologicamente per il ragazzo e forse per l'intero team.

Uno scambio ben architettato che porta ai Thunder Kevin Martin, il futuribile Jeremy Lamb e scelte, due future al primo giro ed una al secondo. Dall’altra parte Houston oltre ad Harden appunto, prende anche Cole Aldrich, Daequan Cook e Lazard Hayward.

Prendendo la domanda di un nostro lettore (Mattia M.) analizziamo lo scambio sotto alcuni punti di vista:
Perdere Harden è un durissimo colpo a prescindere dal buono ricevuto in cambio. L’alchimia in campo coi compagni, la sicurezza di avere uno spezza inerzia che accettasse di partire dalla panchina, uno dei migliori ad attaccare la zona, sono qualità rarissime. Ma visto che necessariamente andava fatto uno scambio, una discreta soluzione per sostituirlo, Presti l’ha trovata. Si parla di presente e futuro. Kevin Martin prenderà lui l’eredità di Harden per questa stagione, e nel frattempo nel corso di quest’anno si crescerà in casa Lamb. Difatti possibilmente la decisione è quella di sfruttare le qualità di Martin ma di lasciare scadere il suo oneroso contratto contando intanto di lavorare molto su Lamb sulla quale crescita si punterà tanto per l’avvenire. Al massimo se si trovasse un buon accordo a fine stagione con Martin, sarà una gran cosa tenere il buon Kevin a cifre di sicuro largamente più basse di quanto avrebbero speso con Harden, lanciando lo stesso Lamb, con un minutaggio che conta.

Per Houston un gran colpo, da giudicare però in realtà tale, solo quando Harden avrà firmato con loro un contratto più duraturo. Di sicuro adesso sarà interessante vedere la guardia giocare come la possibile prima opzione, con le difese focalizzate su di lui. Potrebbe essere l’anno della definitiva consacrazione ad All-Star. In generale per il progetto dirigenziale Harden è un acquisto molto importante, poiché si inserisce in quel piano di costruzione di una squadra fondata sulla crescita dei giovani e del collettivo all’unisono.

In definitiva, vista l’obbligatorietà dello scambio, essenzialmente è stato tutto ben orchestrato da ambedue le parti, sia nelle contropartite tecniche che nei tempi giusti.


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