Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA

martedì 29 novembre 2011

Il nuovo contratto NBA e la riapertura del mercato

Dopo pochi giorni dall'accordo verbale tra le due parti (quello che di fatto ha chiuso finalmente il lockout), si sono diffuse oltre al tanto agognato accordo sul BRI, anche le altre clausole che comporranno il contratto; immancabili e puntali si sono diffuse anche i primi rumors di mercato. Si, perchè il lockout aveva solo stoppato una situazione focosa che stava per scatenarsi nella sessione di scambi. Ed ora con le nuove regole sarà ancora più scoppiettante.


Come detto oltre al citato BRI (51% circa per i giocatori, 49% proprietari, leggasi articolo precedente), molto altro è cambiato e non di poco conto.
Rimasti invariati i contratti per i rookie, cambia per il resto dei giocatori.
A cominciare dalla regola del salario massimo di un giocatore, fissato al 30% del totale del salary cap. Cambia anche la lunghezza massima dei contratti, 5 anni per un giocatore in "possesso" dei diritti Bird (tre anni con la stessa franchigia, anche se con uno scambio il giocatore può "trascinarsi dietro" i suoi diritti) e 4 anni per la restante moltitudine dei contratti.



Invariata la regola del sign and trade, ma una nuova regola fondamentale è stata introdotta, la amnesty clause: le franchigie possono durante un periodo prestabilito dalla Lega, liberarsi di un contratto (uno solo) a scelta, che pesa sul salary, liberando in un colpo solo spazio salariale. Comunque il pagamento al giocatore dovrà essere versato lo stesso, ma non inciderà nei conti fatti per il salary cap. 


Una regola che può sconvolgere la NBA, perchè molti giocatori utili con contratti pesanti potrebbero essere scaricati per poter ricostruire un progetto senza dover aspettare l'anno in cui lo sbaglio di una firma azzardata avrebbe epurato l'errore.
Questa bomba poi, può essere unita alla mid level exception e favorire quelle squadre da titolo, già infagottite di contratti ma che attirano magari a meno soldi degli uomini di rotazione di medio alto livello che sono stati rilasciati per liberare spazio. Comunque la regola della mid level exception è cambiata anch'essa ed è divenuta più equilibrata: se una squadra non sfora il salary e quindi non paga la luxury, può permettersi di offrire $5 milioni con un contratto fino ai 4 anni, se invece sfora, l'exception sarà ad un massimo di $3 milioni con un contratto anch'esso tutt'al più quadriennale.
A favorire ulteriormente chi non paga la tassa di lusso, ci pensa la seconda exception introdotta. Chi rinuncia ad usare la prima e non paga la tassazione extra può usufruire di 2.5 milioni per uno o più giocatori da mettere sotto contratto con un massimo di due anni.

Già si specula sui nomi papabili ad essere rilasciati e quindi potenziali destinatari delle exception, a partire da Baron Davis primo indiziato ed etichettato come possibile nuovo Laker, per passare a Rashard Lewis e Al Harrington, ma anche il blasonato Brandon Roy che dopo gli acciacchi non sembra più lo stesso e sembra essere pronto a cambiare aria, magari un'aria che lo rivitalizzi e lo riporti sul tetto della Lega. I Warriors (ma anche e soprattutto i T-Wolves) hanno fatto sapere che sarebbero i primi ad accoglierlo a braccia aperte anche se la prima necessità è un centro.


Chi invece secondo le notizie di mercato non tornerà più nella vecchia squadra è Jamal Crawford, voglioso e speranzoso di riproporsi ai Knicks (dopo il matrimonio di alcuni anni fa, anche ben riuscito). Un ritorno di Crawford sarebbe ben gradito in squadra per il contributo che in un gioco come in un quello dei newyorkesi può essere manna; ma il nome che nella Grande Mela tutti aspettano è Chris Paul, e più passa il tempo e più il prodigio ex Wake Forest si avvicina inesorabile alla città che non muore mai.


Notizia che in parte conforta quelli dall'altro lato del fiume, che al trasferimento a Brooklyn vorrebbero poter vedere sugli schermi nuovi di zecca il faccione barbuto di Deron Williams magari accostato a quello giocoso di un certo Dwight Howard, ma queste sono comunque ancora solo delle possibilità più lontane. Certo è l'interessamento dei Clippers e dei Celtics per il centro dei Magic.
Più vicina è la notizia di un Dalembert interessato ad accasarsi con la mid level exception agli Heat, che fortemente vorrebbero un giocatore tanto necessario per loro come l'ex Philadelphia.
L'acquisto ideale, sempre che veramente il buon Samuel si decurti l'ingaggio più che dimezzandolo. Ma se l'affare si profilasse, lo farà, tanto è conscio che a prescindere dalle sue qualità sa bene che non potrà mai chiedere un ingaggio tanto esoso come quello faraonico da circa $13 l'anno che percepisce tuttora.


L'NBA è tornata, il mercato in contemporanea, ora si aspettano le ultime formalità e dal 9 dicembre potranno riaprirsi le danze. 

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